Agrumi: stop dall’Ue all’importazione dall’Argentina, rischio “macchia nera”

Da domenica 16 agosto l'Unione europea ha imposto il divieto di importare arance e limoni dal Paese del sud America fino al 30 aprile 2021.

Agrumi: stop dall’Ue all’importazione dall’Argentina, rischio “macchia nera”

Stop agli agrumi provenienti dall’Argentina. Da domenica 16 agosto l’Unione europea ha imposto il divieto di importare arance e limoni dal Paese del sud America fino al 30 aprile 2021.

Troppo alto il rischio di contagio da funghi per gli agrumi nostrani, diversi casi di frutta infetta da “macchia nera” o Cbs (citrus black spot) sono stati individuati infatti nelle spedizioni argentine e dirette nei porti europei.

E pensare che lo scorso anno le importazioni europee di agrumi dall’Argentina hanno superato le 165 mila tonnellate, per un valore di 155 milioni di euro.

“Accogliamo con favore la notizia del divieto da parte dell’UE di importazioni di arance e limoni provenienti dall’Argentina fino al 30 aprile 2021, a causa della presenza in quel Paese della ‘macchia nera’ o CBS (citrus black spot). Avevamo sollecitato il provvedimento da parte di Bruxelles, che ha recepito il fatto che sussista ‘un rischio fitosanitario inaccettabile’”. È stato il commento del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, in relazione alla decisione europea.

“Abbiamo sempre richiamato l’attenzione delle autorità competenti su questa grave fitopatia di cui il territorio europeo è indenne – ha sottolineato il presidente Giansanti -. La situazione in Argentina è assolutamente allarmante, così come in Sudafrica-, Uruguay, Brasile ed anche, nel bacino mediterraneo, in Tunisia”.

“Se la macchia nera si diffondesse in Europa ed in Italia, provocherebbe danni irreparabili al patrimonio agrumicolo, mettendo a rischio uno dei più importanti comparti della nostra agricoltura del Meridione – ha aggiunto il presidente della Federazione nazionale agrumicola di Confagricoltura Gerardo Diana -. In un momento in cui siamo impegnati a superare il problema della ‘Tristeza’, con ingenti investimenti, non possiamo assolutamente permetterci l’arrivo di una nuova fitopatia”.