Quale sarà l’impatto della crisi del Coronavirus sul futuro del comparto agroalimentare italiano? A prevedere uno scenario è uno studio realizzato dalla società di consulenza strategica Kearney. Ci sono comparti che salgono, complice l’assalto ai supermercati e ad alcuni generi (come il lievito di birra, come tutti sappiamo) e altri che patiscono.
Per esempio, per il grocery si stima una crescita del 5,5% per i canali fisici e del 96% per l’online tra febbraio e maggio 2020. Attualmente, per il comporto grocery, si è già registrato un +20% delle vendite, soprattutto relativamente a beni primari come pasta, conserve, scatolame a lunga conservazione o prodotti per l’igiene personale. Probabilmente, ci sarà poi un calo e una stabilizzazione del settore, presumibilmente dopo maggio, quando ci sarà una riapertura almeno parziale di molte attività ora chiuse.
L’e-commerce agroalimentare è – come prevedibile – esploso in maniera esponenziale, con diverse difficoltà nell’affrontare le richieste di spesa online (noi ci avevamo provato tempo fa, a fare la spesa nei principali supermercati online, con risultati deludenti), facendo segnare un +52% delle transazioni nella prima quindicina di marzo. Non tutti però crescono, anche online: le vendite degli alimentari gourmet, dopo un aumento delle transazioni (+20%) a inizio marzo, hanno avuto un calo, dimostrazione che gli Italiani iniziano a essere più parsimoniosi e preoccupati per le ricadute economiche di questa crisi.
[Fonte: Il Sole 24 Ore]