Vero, la situazione internazionale è – a dir poco – complicata, ma in contesti come questo è importante essere capaci di guardare il bicchiere mezzo pieno: nonostante le difficoltà economiche innescate dallo scoppio della guerra in Ucraina, come i rincari energetici che di fatto stanno colpendo i consumi a livello globale, l’agroalimentare italiano è infatti riuscito a mettere a segno un balzo del 20% sull’export nell’ambito del primo trimestre del 2022, registrando un nuovo record assoluto.
È quanto emerso da un’analisi redatta da Coldiretti a partire dai dati Istat sul periodo temporale sopracitato, diffusa in occasione del Summer Fancy Food 2022 a New York City presso il Javits Center. Nello specifico, si conferma l’ottima performance dei prodotti con il tricolore in Germania, Francia e Stati Uniti (che peraltro mettono a segno un tasso di crescita del 21%); anche se il Regno Unito ruba l’attenzione dei riflettori grazie a un boom del 29%. Dati negativi, invece, per quanto riguarda la Cina (-18%) e la Russia, con la guerra in corso che chiaramente è stata indicata come principale responsabile. Si segnala, in particolare, un’ottima crescita dei prodotti base della dieta mediterranea, con vino, frutta e verdura fresca che guidano le classifiche. Nel caso specifico del mercato statunitense proprio il vino rappresenta quasi un terzo dell’intero valore dell’export agroalimentare, con l’olio d’oliva (+16%) e pasta (+23%) che chiudono il podio a stelle e strisce.
“Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia Made in Italy serve ora agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo” ha commentato il Presidente Ettore Prandini. “Ma è importante lavorare anche sull’internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati e rafforzare quelli consolidati valorizzando il ruolo strategico dell’ICE e con il sostegno delle ambasciate”.