Le esportazioni dei vari distretti del settore agroalimentare italiano nel corso del terzo trimestre del 2021 hanno intrapreso un sentiero di crescita davvero notevole, tanto da sfiorare un valore complessivo di 5,6 miliardi, equivalente a un incremento dell’8,9% tendenziale e addirittura del 12,7% rispetto allo stesso periodo del 2019.
È quanto emerge dall’ultimo rapporto dei Distretti Agroalimentari a cura della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, che sottolinea come i valori esportati siano quasi a livello con quelli del secondo trimestre del 2021. Il bilancio complessivo dei primi nove mesi del 2021 è invece di 6,4 miliardi, cifra che non era mai stata raggiunta nello stesso lasso temporale (e qui il gap rispetto al 2019 segna un aumento del 14,1%). Nel particolare, i distretti dei vini realizzano una crescita a doppia cifra sia nel confronto on il 2020 (+14,6%) che con il pre-pandemia (+11,7%), e vola anche l’export dei distretti agricoli, che vantano 500 milioni in più rispetto ai primi nove mesi del 2020.
Il trend rimane costante per tutti i distretti, che si mantengono ampiamente oltre i livelli prepandemici: si distinguono in particolare la Nocciola e frutta piemontese (+34% tendenziale e +35,6% rispetto al pre-crisi) e il Florovivaistico di Pistoia (rispettivamente +37,3% e +39,3%), ma è ottima anche la performance di pasta e dolci ( in primis Dolci di Alba e Cuneo, +15,3% tendenziale, +13,6% rispetto al pre-pandemia) e del comparto pasta dell’Alimentare di Parma (rispettivamente +3,1% e +31,3%). Da segnalare, infine, l’evoluzione dei distretti del lattiero-caseario (+17,5%) in forte recupero rispetto al pre-pandemia (+13,8%), e la rimonta dei distretti delle carni e salumi (+16,4%).