Aumentano (da mesi, ormai) i costi delle materie prime, schizzano alle stelle le bollette dell’energia elettrica: il comparto agroalimentare si trova ad affrontare il rischio di una paralisi, e si rivolge con un appello al presidente del Consiglio Mario Draghi per tentare di arginare l’emergenza.
Molte aziende del settore, infatti, stanno già valutando il blocco di alcune linee di attività (un po’ come, a Firenze, molti locali hanno cominciato a chiudere prima) e, nei casi più disperati, la chiusura degli impianti di trasformazione, con conseguenze sociali e occupazionali. L’addizionarsi dei rincari all’energia elettrica, al grano, mais, soia e tutte le altre materie prime come il legno, agli imballaggi in plastica e vetro e ai noli marittimi si sta rivelando una sfida troppo opprimente per un settore che necessità di aiuti concreti.
È questo dunque lo scenario che ha spinto Giorgio Mercuri e Ivano Vacondio, presidenti rispettivamente di Alleanza cooperative Agroalimentari e Federalimentare, a contattare il presidente del Consiglio “affinché il Governo ponga in essere urgenti misure per arginare la situazione emergenziale e si faccia promotore di iniziative a livello europeo per l’adozione di provvedimenti che tutelino le imprese da speculazioni globali riconducibili anche a fattori di natura geopolitica”. E, se gli aiuti non dovessero arrivare, la situazione “frenerà inevitabilmente anche l’export dei prodotti agroalimentari, col rischio di compromettere in breve tempo gli importanti risultati conseguiti negli ultimi dieci anni dalle nostre produzioni sui mercati internazionali”.