Un prezzo calmierato sui prezzi di energia e gas, in modo tale da permettere alla filiera agroalimentare di liberarsi, almeno parzialmente, dalla pressione estrema determinata dal caro bollette: questo, in parole povere, è il contenuto della richiesta di Filiera Italia alle autorità governative, che sottolinea come, senza un intervento adeguato, il settore primario rischi seriamente di fermarsi. “La gravità della situazione potrebbe provocare anche l’assenza sullo scaffale di alcuni prodotti” avverte a tal proposito Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, nel ricordare che agricoltori, allevatori e l’industria alimentare tutta – settori caratterizzati da consumi energetici estremamente elevati – stanno di fatto continuando a operare “con perdite sempre più ingenti per i costi energetici esplosi e senza limite in vista”.
Una richiesta, quella di Filiera Italia, che per forza di cose trova risonanza nell’appello lanciato da Cia-Agricoltori allo stesso Governo: un intervento efficiente, a lungo termine e soprattutto urgente per far rientrare i costi e assicurare la tenuta delle aziende operanti nel settore primario. Eh sì, perché se fino a pochi mesi fa si parlava di semplice erosione dei margini, ora la realtà ha assunto connotati ben più seri, con uno possibile stop alla produzione che potrebbe diventare realtà.
“I partiti impegnati nella campagna elettorale prendano atto della gravità e straordinarietà della situazione” continua Scordamaglia, “e diano trasversalmente pieno mandato al Governo ancora in carica per fornire energia e gas ad un prezzo calmierato alle filiere essenziali”. In altre parole, “bisogna intervenire subito in quanto tra qualche settimana potrebbe essere già tardi e il costo sociale ed economico dello stop sarebbe ben più duro per il Paese”.