Una “pozione segreta”: questo l’ingrediente speciale del fertilizzante organico ideato da Samuel Rigu, imprenditore agricolo del Kenya centrale, che viene ricavato a partire da rifiuti agricoli e lolla di riso e venduto al dettaglio a meno della metà del prezzo della sua alternativa inorganica (oltre a essere apparentemente più efficace e “gentile” con il suolo). Un’invenzione, quella di Rigu, che cade a fagiolo con la più recente crisi in agricoltura innescata dalla guerra tra Russia e Ucraina, che sono tra i maggiori produttori ed esportatori di fertilizzanti al mondo.
Al momento, l’impianto di Rigu riesce a produrre circa 35/45 tonnellate di fertilizzante a settimana, e rifornisce soprattutto i piccoli agricoltori locali che utilizzano fertilizzanti sintetici da anni, con conseguente impoverimento dei terreni. L’idea di Rigu ebbe origine nel 2013, quando notò che nel suo Paese venivano bruciate montagne di lolla di riso (uno scarto della lavorazione, per intenderci) che chiaramente contribuivano a inquinare l’ambiente con l’emissione di gas serra.
La produzione del fertilizzante inizia proprio così: la sua squadra brucia dei cumuli di scarti agricoli, lasciandoli covare sotto la cenere per circa otto ore, e poi, una volta che le bucce si sono raffreddate, aggiunge la cosiddetta “pozione segreta”. Il prodotto finale, secondo le analisi delle autorità locali, è in grado di aiutare il suolo a trattenere l’umidità, combattere l’erosione, incoraggiare i microrganismi e ripristinare i livelli di acidità.