Il totoministri è ormai giunto alla sua naturale conclusione: il nuovo ministro dell’Agricoltura, come già abbiamo avuto modo di raccontarvi, è Francesco Lollobrigida, cognato di Giorgia Meloni e pronipote di Gina Lollobrigida. Un uomo dalle idee chiare, a quanto pare: nel corso di un recente colloquio con l’ANSA, infatti, Lollobrigida non ha esitato a esporre le sue priorità una volta assiso al suo nuovo incarico. In particolare, il neoeletto ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare ha individuato due principali direttive d’azione – la messa a coltura dei cosiddetti terreni incolti, che di fatto a oggi (secondo le sue stesse parole) ammontano a un milioni di ettari; e il continuare la lotta all’introduzione dell’etichetta a semaforo del Nutriscore.
“È necessaria una riforma della Pac che si liberi dall’ ideologia intrinseca del Farm to Fork” ha spiegato Lollobrigida facendo riferimento alla mole di terreni incolti “perché la sensibilità ambientale è sentita anche in Italia che può dire di avere una delle agricolture da sempre più sostenibili”. In altre parole, ciò che il ministro sta proponendo è un piano strategico di coltivazione che dovrà essere declinato secondo i contratti di filiera che, a loro volta, potranno garantire al produttore un prezzo di vendita equo e competitivo. Un obiettivo, questo, che di fatto va a legarsi come l’anello di una catena a un altro, che è “difendere i produttori agricoli da squilibri di questo tipo che pongono il settore in forte difficoltà”.
Lollobrigida ha poi sottolineato come l’agroalimentare italiano poggi di fatto su di un sistema “estremamente debole”, che si è trovato a barcollare pericolosamente sotto i colpi dei rincari alle materie prime, della pandemia e della guerra; e che in realtà già prima versava in condizioni decisamente precarie. In questo senso, il potenziamento della filiera passerà sia attraverso il riconoscimento dei giusti compensi, come già accennato, che attraverso interventi strutturali più massicci come la realizzazione di “potenti dissalatori per produrre acqua a scopo agricolo” e combattere la siccità.
E il Nutriscore? “L’agricoltura è uno dei pilastri della nostra Nazione” ha commentato Lollobrigida a tal proposito. “Il nostro obiettivo è tutelare l’economia agricola dalle aggressioni del mercato del falso che distorce miliardi di euro, rimettere al centro il rapporto con il settore per proteggere la filiera e il concetto di cultura rurale”. In altre parole, gli strumenti di “classificazione dei prodotti pregiudizievole per l’agroalimentare italiano” – come il semaforo in questione, per l’appunto – vanno contrastati e combattuti.