Due pesi imprescindibili e, in un certo senso, inevitabili, che hanno finito per appesantire un intero settore. In spiccata controtendenza rispetto al resto dell’economia del nostro caro e vecchio Stivale, il valore aggiunto del settore primario – agricoltura, silvicoltura e pesca – è di fatto calato, in termini reali, dell’1,8%; sintomo di una diminuzione più generalizzata che riguarda tanto il volume della produzione (-1,5%) e dell’occupazione (-2,1%). I due principali indiziati sono soprattutto la siccità, che negli ultimi due anni ha strozzato i campi di buona parte dell’Italia e che solo di recente, con alluvione in Romagna annessa, pare essersi attenuata; e l’aumento dei costi di produzione, una piaga più complessa che ha radici dai tempi dei Covid e che è stata esacerbata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Agricoltura: un’occhiata alla performance del 2022, tra alti e bassi
Dati alla mano il valore della produzione combinata di agricoltura, silvicoltura e pesca in Italia è stato di 74,7 miliardi di euro, di cui la metà circa – 37,4 miliardi, a essere precisi – di valore aggiunto. Tanto per fornirvi un metro di paragone, nel contesto dell’Unione europea a 27 Paesi il valore della produzione agricola è di 536,7 miliardi, di cui 222,3 di valore aggiunto. I dati provengono dall’Annuario 2022 sull’Andamento dell’economia agricola, realizzato sulla base dei dati Istat dello stesso anno; e come accennato raccontano di un ulteriore indebolimento dopo la performance negativa già fatta registrare nel 2021 (quando il valore aggiunto in volume calò di fatto dell’1,1%).
È bene notare che l’andamento negativo dell’agricoltura ha di fatto coinvolto praticamente tutte le coltivazioni – che d’altronde, come accennato, i motivi principali per tale declino, ossia la morsa della siccità e l’aumento fuori scala dei costi di produzione, sono pressoché universalmente valide nel contesto agricolo. Scendendo più nei particolari, la contrazione ha interessato soprattutto a produzione di legumi (-17,5%), olio di oliva (-14,6%) e cereali (-13,2%); ma si registrano cali anche nelle attività di supporto (-5,4%) e nel comparto zootecnico (-0,6%).
Ci sono anche dei segni di ripresa che fanno sperare in un futuro più ottimista, però: l’annata è infatti stata molto favorevole per la frutta (+23,2%) e positiva per le attività secondarie (+8,6%) e il florovivaismo (+1,1%); e ha visto un forte rialzo per quanto concerne i prezzi di vendita dei prodotti agricoli (+17,7%) e dei beni e servizi impiegati dal settore (+25,3%).
In conclusione, si può leggere nel rapporto in questione, è bene notare che la produzione e il valore aggiunto dell’agricoltura sono in calo in tutto il contesto europeo (rispettivamente -3% e -1,5%), con l’Italia che di fatto risulta seconda per valore aggiunto e terza per valore della produzione.