Parte la semina aggiuntiva per fare fronte alla guerra: è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea la decisione di esecuzione dell’Unione Europea che libera per la coltivazione 4 milioni di ettari in Europa, di cui 200mila in Italia. Secondo i calcoli di Coldiretti questo dovrebbe comportare un aumento di 15 milioni di quintali nella produzione interna di cereali, per ridurre almeno un po’ la quantità di grano e mais che dobbiamo importare. Sulle semine primaverili di mais, soia e girasole pesa l’incognita della siccità: l’inverno ha visto una diminuzione di 1/3 delle precipitazioni, e al Nord ancora di più, le piogge si sono pressoché dimezzate.
I più ci sono gli aumenti dei costi: dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi fino al +129% per il gasolio che incidono soprattutto sui cereali. Ma ci sono anche piccole buone notizie: la prima è che tra pochi mesi inizierà la raccolta del grano seminato in autunno in Italia dove secondo l’Istat si stimano 500.596 ettari a grano tenero per il pane, con un incremento dello 0,5%. Positiva, secondo Coldiretti, è anche la notizia della prima spedizione di migliaia di tonnellate di mais dall’Ucraina via treno, dato che i porti sono bloccati dopo l’invasione russa.
Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini sottolinea: “Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali”.