Torniamo a parlare di agricoltura (e non solo) perché il nuovo rapporto Efsa ha evidenziato come in Italia il 62,6% dei prodotti alimentari non abbia pesticidi, contro la media europea del 53%.
I dati si riferiscono a campioni esaminati nel 2019 all’interno del programma europeo per stabilire la presenza o meno di residui di pesticidi. Il piano, in realtà, è triennale, ma durante il primo anno di verifiche ecco che sono stati analizzati campioni raccolti casualmente da 12 prodotti alimentari:
- mele
- cavoli
- lattuga
- pesche
- spinaci
- fragole
- pomodori
- chicchi di avena
- chicchi d’orzo
- vino
- latte vaccino
- grasso suino
In Italia sono stati analizzati 1.520 campioni, quasi il doppio rispetto agli 828 richiesti dal programma come numero minimo. La Francia, per esempio, ne ha analizzati solamente 762, mentre avrebbe dovuto esaminarne almeno 852. Dopo Germania e Romania siamo il terzo paese europeo ad aver analizzato più campioni nel 2019.
Comunque sia, questi controlli previsti dal piano UE vanno a sommarsi a quelli fatti a livello nazionale, arrivando così a un totale di 11.500 campioni esaminati. Si è così visto che il 62,6% dei campioni italiani erano privi di residui, con una percentuale più alta rispetto alla media europea del 53% (sono stati considerati i 27 paesi dell’UE più Regno Unito, Islanda e Norvegia).
Il 36,2% ha residui al di sotto dei limiti imposti dala legge, mentre solo l’1,1% non è conforme. Dei campioni esaminati, 9.473 sono originari dell’Italia, 452 arrivano da altri paesi europei, 1.309 da Paesi terzi e per 266 campioni non si è riuscita a stabilire l’origine.
Comunque sia, anche l’anno scorso il rapporto Efsa sui pesticidi utilizzati in UE era stato rassicurante.