Il caro concimi mette in difficoltà gli agricoltori italiani, favorendo le importazioni di prodotti stranieri, e la situazione peggiora dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. A protestare insieme agli agricoltori è Coldiretti, che fa notare come il prezzo medio dei concimi per l’agricoltura sia aumentato fino al 170%.
“Gli effetti dell’invasione russa si riflettono infatti – sottolinea Coldiretti – direttamente sulla produzione alimentare, soprattutto a causa dei rincari dei fertilizzanti, legati agli aumenti del gas ma anche alle mosse di Putin che ha deciso di imporre il divieto all’esportazione di nitrato di ammonio, prodotto fondamentale per la concimazione del grano, di cui rappresenta da solo circa un quarto dei costi complessivi di coltivazione. Una decisione assunta per mettere in difficoltà la produzione europea di cereali, fortemente dipendente dalle materie prime estere”.
Il problema è reale, e il settore chiede un intervento tempestivo del Governo per evitare che il mercato finisca in mano all’importazione di prodotto estero. La conseguenza di questi aumenti è infatti una riduzione generale – spiega Coldiretti – della disponibilità sui mercati che, oltre a far schizzare in alto i prezzi con rincari di oltre il 170% (da 250 euro/tonnellata a 670 euro/tonnellate), mette di fatto a rischio la produzione europea di grano, a partire da quella italiana. Il nitrato di ammonio viene, infatti, a mancare proprio nella fase decisiva per la crescita delle spighe, diminuendo inevitabilmente la produttività con il taglio dei raccolti. Una scelta che danneggia gravemente le aziende agricole – ricorda Coldiretti – già in difficoltà a causa dei rincari di tutti i fertilizzanti legati all’impennata del costo del gas scatenata dal conflitto.