Il Botswana non è l’unico paese che mira ad aumentare l’autoproduzione: in Italia il settore dell’agricoltura potrebbe riuscire a raggiungere l’autosufficienza alimentare se avesse 3 milioni di ettari di terreno.
Secondo Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, l’Italia deve mirare a produrre di più, tutelando anche le risorse naturali e adempiendo agli obiettivi relativi alla transizione energetica. Questo è quanto dichiarato da Giansanti durante il Forum in Masseria tenutosi a Manduria, provincia di Taranto, da Bruno Vespa nella sua tenuta vitivinicola pugliese.
Giansanti ha ricordato che, sin da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, si sente spesso parlare della necessità di raggiungere l’autosufficienza produttiva (lo ha detto anche Mario Draghi). Sono 50 i paesi del mondo che dipendono dall’import da Russia e Ucraina: molti di essi si trovano in Africa. Per quanto riguarda l’Italia, a noi mancano solamente mais, grano tenero, soia e girasole (il contrario rispetto a 40 anni fa quando ne producevamo troppo).
Secondo il presidente, per riuscire a raggiungere l’autosufficienza alimentare, avremmo bisogno di più di 3 milioni di ettari coltivati nella sola Italia. Al momento, invece, abbiamo 600mila ettari di vino e 1 milione di ettari di olio.
Importante, poi, creare un modello produttivo che rispetti anche etica e sostenibilità, tutelando le risorse naturali. Al Forum ha poi partecipato anche il ministro Patuanelli che si è soffermato sulla questione del grano. Il ministro ha sottolineato che al momento non ci sono problemi di quantità, ma solo problemi di prezzo collegati a fenomeni speculativi.
Altro punto è quello relativo alla produzione di energia pulita nei campi. Le aziende agricole non devono diventare solamente aziende che producono energia rinnovabile, ma le agroenergie devono diventare un reddito complementare usando aree non produttive (anche perché non si può costruire un impianto fotovoltaico su un campo di grano).