Per Coldiretti una semplificazione del voucher “agricolo” salverebbe i raccolti e garantirebbe opportunità di lavoro ad almeno 50mila giovani studenti, pensionati, cassintegrati e percettori di reddito di cittadinanza nelle attività stagionali in campagna.
“L’allarme globale provocato dal Coronavirus – sottolinea la Coldiretti – ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico della filiera del cibo e delle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma ne sta però mettendo a nudo tutte le fragilità sulle quali è necessario intervenire con misure di emergenza per salvare i raccolti, dopo la chiusura delle frontiere ai lavoratori stagionali agricoli provenienti da Paesi a rischio come la Romania e la Bulgaria”. Il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha scritto anche al Ministro della Salute, Roberto Speranza, per chiedere che le aziende agricole italiane possano effettuare i tamponi ai lavoratori stranieri in vista dell’imminente vendemmia.
“L’Italia in questo momento – continua la Coldiretti – non ha bisogno di posizioni ideologiche ma di scelte pragmatiche e i voucher in agricoltura servono subito per continuare a garantire le forniture alimentari di cui il Paese ha bisogno e non far marcire i raccolti nei campi ma anche per offrire una occasione di integrazione del reddito alle tante persone con difficoltà occupazionali trasformando un problema in opportunità per il Paese”.
Secondo l’organizzazione agricola, così facendo si tutelerebbero le raccolte estive, ma anche la vendemmia che tradizionalmente inizia in Italia ad agosto e continua in un percorso che prosegue a settembre e ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e che si conclude a novembre con le uve di Aglianico e Nerello.