Altro che settore assistito: l’agricoltura italiana è costretta a vivere sempre più di mercato e può contare sempre meno sugli aiuti, tanto che il complesso dei sostegni pubblici negli ultimi 20 anni si è ridotto di oltre 4 miliardi di euro. È quanto emerge dal report del Crea redatto da Lucia Briamonte e Stefano Vaccari, che ha appunto analizzato contributi nazionali e ragionali, aiuti al reddito e agevolazioni nel settore agricolo.
E, per l’appunto, il risultato è netto. I sostegni sono pochi e principalmente indirizzati al nord, dove l’agricoltura intensiva la fa da padrone: è qui che si sente maggiormente l’impatto dell’attuazione della Pac (cioè gli aiuti diretti alla produzione e allo sviluppo rurale), che rappresenta oltre il 50% dei contributi pubblici totali al settore. Seguono la spesa delle regioni (20,6%), le agevolazioni fiscali (16,8%) e quelle contributive (6,9%). La spesa delle regioni, invece, ha registrato un grande calo (da più di 4 miliardi di euro nel 2000 ad appena 1,7 nel 2019) grazie al dimezzamento delle agevolazioni fiscali e alla riduzione delle operazioni di sostegno.
Un cambiamento, quest’ultimo, che di fatto ha importanti risvolti positivi. Come spiega Stefano Vaccari, direttore del Crea, è infatti sintomo che l’agricoltura made in Italy è “sempre più in grado di reggersi sulla forza delle proprie imprese”.