Con la guerra che continua a imperversare e la Russia che, stando alle accuse europee, ha deciso di attaccare deliberatamente le scorte di grano dell’Ucraina alimentando di fatto l’ombra di una crisi alimentare globale, tutti gli occhi sono puntati sul cosiddetto Granaio d’Europa per vedere come ha intenzione di rispondere a una delle più severe crisi dell’agricoltura degli ultimi decenni.
A tal proposito, il viceministro ucraino della Politica agraria e dell’alimentazione, Taras Vysotsky, è intervenuto in giornata per dichiarare che il Paese si impegnerà a “seminare il 70% delle sue aree agricole”. Si prospetta un raccolto dunque ridimensionato rispetto ai volumi tradizionali, ma lo stesso Vysotsky si concede un guizzo d’ottimismo: “Se i territori delle regioni di Chernihiv e Sumy, che hanno vaste aree agricole, saranno sminati nelle prossime settimane, la superficie seminata potrebbe aumentare fino all’80%”.
Il viceministro, infine, ha concluso il suo intervento spiegando che il 30-40% delle colture saranno destinate esclusivamente al consumo interno, mentre il restante verrà esportato verso altri Paesi: “Anche con una riduzione dei raccolti, l’Ucraina sarà in grado di rifornirsi di cibo”.