Se è pur vero che è bello credere che l’agricoltura si stia evolvendo verso un approccio più verde e più rispettoso nei confronti dell’ambiente, bisogna anche fare i conti con la fredda realtà presentata dai dati Eurostat: considerando le 340 mila tonnellate di pesticidi (definizione che comprende fungicidi, erbicidi e insetticidi) nel corso del 2020, infatti, emerge che i due terzi delle vendite complessive sono state impiegate in Spagna, Italia, Germania e Francia.
Nello specifico, lo Stivale si piazza al secondo posto assoluto sul podio europeo per utilizzo di pesticidi con un totale che supera le 31 tonnellate (in calo rispetto al 2011, quando erano 43 mila, ma in aumento rispetto al 2019, che invece si era fermato a “solo” 24 mila tonnellate). Meglio (o forse peggio?) di noi solamente la Spagna, che nel 2020 ha acquistato circa 38 mila tonnellate; mentre il terzo gradino del podio è occupato dalla Francia con 26 mila. La Germania, infine, si trova ben più in basso con poco meno meno di 10 tonnellate.
Vero, va detto che, se consideriamo i dati con quelli registrati 10 anni fa, la tendenza che emerge mostra un netto calo; e di certo la presentazione della bozza recentemente redatta dalla Commissione europea sul taglio dei pesticidi andrà, nel tempo, a far diminuire ancora di più le vendite, ma di fatto al momento i numeri sono ancora piuttosto alti. Del totale delle vendite, infine, si calcola che i volumi più elevati appartengono a “fungicidi e battericidi” (43% del totale), “erbicidi, abbattitori di scorie e abbatti muschi” (35%) e “insetticidi e acaricidi” (14%) .