Niente più divieto per l’uso di pesticidi nelle aree di interesse ecologico, e via libera per l’utilizzo dei terreni a riposo: queste sono solamente alcune delle richieste presentate dai portavoce del mondo dell’agricoltura per salvare il settore dalle conseguenze della guerra in Ucraina; richieste che il WWF non esita a definire “irrazionali e controproducenti”.
A maggior ragione, il WWF prende la palla al balzo e sottolinea la fragilità degli attuali modelli di produzione, basati su un’agricoltura intensiva. Così, in occasione del lancio della Campagna Foo4Future, l’organizzazione ha pubblicato 10 domande e risposte volte a sfatare i miti della sicurezza alimentare, proponendo come prima soluzione una riduzione del consumo di carne e altri prodotti di origine animale.
La prima domanda si chiede se l’attuale conflitto abbia effettivamente messo in crisi il sistema agroalimentare italiano. La risposta presentata dal WWF è che, in realtà, le conseguenze dirette della guerra sono limitati alle derrate di mais e olio di girasole importati dall’est Europa, mentre l’unico settore che si troverà a fare i conti con conseguenze dirette “è quello zootecnico”. L’aumento del prezzo del grano di cui tanto si parla, invece, sarebbe causato da una serie di speculazioni finanziarie e da una riduzione delle produzioni in Canada dovuta alla siccità del 2020-2021. Un problema con cui anche lo Stivale dovrà misurarsi a breve.