Per Coldiretti l’apertura delle frontiere Ue dal 3 giugno tutelerà l’agricoltura con il ritorno di circa 150mila lavoratori stagionali comunitari provenienti da Romania, Polonia e Bulgaria e altri Paesi bloccati a causa della pandemia. Ahimè, nelle settimane precedenti il comparto ha rischiato un collasso a causa dei timori legati all’emergenza sanitaria e, di conseguenza, al rischio che ci fosse una penuria notevole di manodepera nei campi.
“L’apertura di corridoi verdi per la libera circolazione degli stagionali agricoli all’interno dell’Unione Europea, che è stata sollecitata dalla stessa Commissione, ha già permesso a decine di migliaia di lavoratori comunitari di tornare a lavorare nelle campagne della Germania e della Gran Bretagna grazie a accordi tra i diversi Paesi e la stessa Francia ha da poco annunciato l’apertura delle proprie frontiere ai lavoratori dell’area Schengen”, si legge nella nota.
Secondo le stime della Coldiretti “c’è più di ¼ del made in Italy a tavola che viene raccolto nelle campagne da mani straniere con 370mila lavoratori regolari che arrivano ogni anno dall’estero, fornendo il 27% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore. La comunità di lavoratori agricoli stranieri più presente in Italia – spiega Coldiretti – è quella rumena con 107.591 occupati ma tra gli europei ci sono anche polacchi (13.134) e bulgari (11.261)”.