Mai come quest’anno la siccità ha funestato il nostro paese: nonostante le piogge degli ultimi giorni abbiano aiutato un po’ nel limitare il rischio incendi, ecco che, in realtà, nel corso dell’ultimo anno la carenza di precipitazioni ha provocato danni nel settore dell’agricoltura per un valore di 1 miliardo di euro.
Colpa anche dei cambiamenti climatici che hanno causato fenomeni estremi con periodi di siccità alternati a bombe d’acqua (si parla di tropicalizzazione del clima). Il che pesa anche sulle riserve idriche: in Italia abbiamo l’acqua, ma purtroppo le strutture esistenti riescono a conservarne solamente l’11%.
La siccità ha provocato in un solo anno 1 miliardo di euro di danni, comprensivi di una minor produzione agricola (senza acqua le colture non crescono), problemi di approvvigionamenti e tenuta del territorio.
Alla luce di tali fatti, ecco che l’Unione Europea ha dato il suo ok allo sfruttamento di 4 milioni di ettari di terreno che erano stati lasciati a riposo a causa di vincoli ambientali. Per l’Italia questo vuol dire avere altri 200mila ettari di terreno da coltivare a cereali o altre colture. Solo che per coltivare di più serve più acqua.
Guardando cosa è successo nel nostro paese, le semine primaverili di questo 2022 hanno visto precipitazioni dimezzate nel Nord. Secondo Coldiretti ciò mette a rischio più del 30% delle coltivazioni nazionali e la metà degli allevamenti della Pianura Padana. Il Po, infatti, ha registrato un livello idrometrico di -3,4 metri al Ponte della Becca, con ridotto riempimento anche dei laghi.
Alla luce di tali fatti Coldiretti ha lanciato un progetto insieme ad Anbi per creare delle strutture capaci di trattenere l’acqua e poi distribuirla all’occorrenza. Si tratta di un progetto infrastrutturale pluriennale comprensivo di circa 10mila grandi e piccoli invasi sparsi in tutto il territorio. Per realizzare i primi mille, servirebbero 1,8 miliardi di euro.