Le conseguenze del cambiamento climatico continuano ad abbattersi sul settore dell’agricoltura, e giungono a colpire anche la produzione delle clementine che di fatto, nella campagna 2021, registra un crollo che oscilla intorno al 30/40%.
Marco Eleuteri, presidente della Op Armonia, che ha sede a Battipaglia (Sa), una delle maggiori realtà produttive e distributive italiane per ciò che riguarda il segmento agrumi “clementine e mandarino-simili”, individua la ricerca in campo agronomico e miglioramento genetico come possibile soluzione alle sfide legate al cambiamento climatico in particolar modo in Italia, dove il 90% della produzione è rappresentato dalla varietà comune. “Se fino ad una decina di anni fa tale varietà poteva essere raccolta e distribuita lungo un arco temporale di circa 3 mesi (novembre-gennaio), negli ultimi anni tale periodo si è andato progressivamente accorciando riducendosi progressivamente a 6/7 settimane”, spiega Eleuteri. La chiave per “prolungare la campagna della clementina tradizionale”, per l’appunto, è proprio quella di sperimentare “anche nuovi areali produttivi oltre a quelli dell’arco jonico peninsulare (maggiore area di produzione delle clementine italiane), come alcune nuove zone di produzione in Campania e Puglia”.
Una ricerca che è fondamentale anche per ribadire la rilevanza del Bel Paese in questo segmento di produzione, che negli ultimi 30 anni è andata scemando al punto che “dall’essere un esportatore netto di clementine/mandarini, da qualche anno il nostro paese ne è diventato importatore netto”.