Agricoltura: la crisi è all’orizzonte? Gli agricoltori internazionali accusano i costi energetici

L'agricoltura europea potrebbe trovarsi a fare i conti con importanti tagli produttivi - una "cortesia" della crisi energetica.

Agricoltura: la crisi è all’orizzonte? Gli agricoltori internazionali accusano i costi energetici

La più recente impennata dei costi energetici sta stringendo in una morsa l’agricoltura europea: nelle regioni settentrionali e occidentali del Vecchio Continente, infatti, i produttori di ortaggi ponderano di interrompere la propria attività proprio a causa dell’impietosa sentenza economica che abbiamo imparato a conoscere e riassumere con il termine di “caro bollette“. Si tratta, fondamentalmente, dell’ennesima minaccia nei confronti della catena di approvvigionamento alimentare globale: gli aumenti dei prezzi dell’energia elettrica e del gas, dopotutto, avranno un impatto impossibile da ignorare sulle culture coltivate durante la stagione fredda all’interno delle serre riscaldate o quelle che necessitano di celle frigorifere per essere conservate.

agricoltura piante

Pomodori, peperoni e cetrioli o mele e cipolle – le lunghe mani del caro bollette arrivano ovunque, e gli agricoltori europei cominciano a portare le mani avanti avvertendo di possibili tagli produttivi. Importante notare, per di più, che l’impatto sulla produzione potrebbe spingere i player della grande distribuzione verso i beni provenienti da paesi più caldi come il Marocco, la Tunisia o l’Egitto. “Nelle prossime settimane pianificherò la stagione ma non so cosa fare”, ha commentato ai giornalisti di Reuters Benjamin Simonot-De Vos, che coltiva cetrioli, pomodori e fragole a sud di Parigi. “Se rimane così non ha senso iniziare un altro anno. Non è sostenibile”.

La crisi dell’agricoltura, se così vogliamo chiamarla, è di fatto un fenomeno che si trascina già da qualche tempo: da qualche mese di fatto si parla del problema legato al prezzo dei fertilizzanti, o dei rincari agli imballaggi e ai trasporti. “Ci troviamo di fronte a un aumento complessivo dei costi di produzione di circa il 30 percento”, ha affermato a Reuters Johannes Gross, vicedirettore vendite della cooperativa tedesca Reichenau-Gemüse, le cui serre coprono circa 60 ettari. “Alcuni colleghi stanno pensando di lasciare le loro serre vuote per mantenere i costi il ​​più bassi possibile. Nessuno sa cosa accadrà il prossimo anno”.