L’Olanda può vantare il primato assoluto in termini da terra per l’agricoltura più cara in Europa, grazie a una media che nel 2019 si aggirava intorno ai 70 mila euro, ma l’Italia non è certo da meno: si piazza infatti al terzo posto, alle spalle del Lussemburgo, e registra un valore medio di 34 mila euro con picchi che sfiorano i 60 mila per ettaro in Veneto.
Medaglia di bronzo per gli Azzurri, dunque, stando ai dati calcolati dall’Eurostat che si riferiscono principalmente al 2020 (anche se, nel caso di alcune zone o Paesi, sono fermi al 2019). Che per carità, ogni occasione è buona per un semplice compiacimento da chiacchiera da bar, declinata nel “eh perché dalla terra buona si ricava il cibo buono”. Il fanalino di coda è invece la Croazia, che può fregiarsi del titolo di “terra arabile più economica d’Europa” con una media di 3440 nel 2020. Seguono a poco di più Estonia e Slovacchia.
Se invece la classifica viene interpretata secondo le aree specifiche il primo gradino del podio viene conquistato dalle Isole Canarie, che sbaragliano la concorrenza con una media di oltre 120mila euro per ettaro nel 2020; mentre l’ultima classificata è la Yugozapaden, nella Bulgaria sud-occidentale, con una media di 2 051 euro. A influire sui prezzi dei terreni c’è, chiaramente, una lunga serie di fattori: dalle leggi nazionali o regionali alle peculiarità topografiche, fino alla qualità del suolo, la pendenza o il drenaggio, come pure le forze di mercato della domanda e dell’offerta, incluso il modo in cui influiscono le norme sulla proprietà straniera.