L’Irlanda ha finalmente deciso: entro il 2030 le emissioni dell’agricoltura dovranno essere ridotte del 25% rispetto a quelle del 2018. Da tempo il paese sta discutendo su come ridurre le emissioni del settore agricolo, ma solo adesso sembra che si sia raggiunto un accorto.
L’Agenzia per la protezione ambientale (EPA) ha spiegato che il metano è il secondo maggior responsabile delle emissioni di gas serra in Irlanda. E tutto per colpa dei numerosi bovini presenti nel paese.
Per settimane governo e agricoltori hanno discusso sul da farsi: il ministro dell’Agricoltura Charlie McConalogue non voleva superare il 24%, il ministro dell’Ambiente Eamon Ryan non voleva scendere sotto il 26%. Prevedibilmente, ci si è accordati sul 25%.
Ovviamente l’accordo non è andato giù agli agricoltori sul campo: secondo l’Irish Farmers’ Association, l’accordo potrebbe danneggiare gravemente l’agricoltura irlandese e l’economia rurale, costando agli agricoltori anche 2 miliardi di euro all’anno.
Ma l’Irlanda non è interessata a diminuire le emissioni del solo settore agricolo: bisognerà ridurre anche del 75% dall’elettricità, del 50% dai trasporti, del 45% dagli edifici commerciali e del 40% dalle case private.
Ma l’Irlanda non è l’unico paese che ha deciso di ridurre le emissioni agendo sull’agricoltura. In Nuova Zelanda, per esempio, per ridurre le emissioni di metano verranno tassati i rutti di mucche e pecore.