Un po’ come se i pompieri dovessero pagare l’acqua per spegnere gli incendi: questa la similitudine con cui i Consorzi di bonifica e irrigazione (Anbi) tentano di richiamare l’attenzione sul modo in cui i rincari alle bollette mettono in pericolo il loro bilancio. Insomma, un altro tassello che si aggiunge al mosaico della crisi dell’agricoltura.
E siccome le sfighe non vengono mai da sole, l’aumento dei costi è ovviamente accompagnato da uno dei periodi di maggiore siccità di sempre (ma, se le cose dovessero continuare così, comunque meglio di cosa ci aspetta). L’inevitabile risultato? Un ulteriore incremento dei prezzi ai consumatori dei prodotti agricoli. Secondo i Consorzi, infatti, il loro impegno volto ad “aumentare il potere contrattuale verso gli enti gestori” è ora insufficiente, e “gli incrementi delle bollette si tradurranno in maggiori oneri a carico dei consorziati, vanificando anni di impegno nel mantenere inalterati i contributi”.
Secondo il presidente dell’Anbi e del Cea, Francesco Vincenzi, per uscire dalla crisi è “necessario sterilizzare il più possibile gli aumenti dei costi energetici per evitare di aggravare l’onere a carico dei consorziati oppure di dissestare bilanci virtuosi”.