Non è certo un segreto che negli ultimi tempi i costi di produzione per le imprese dell’agricoltura italiana abbiano preso a impennarsi: stando alla più recente stima redatta dalla Coldiretti, infatti, i numerosi rincari all’energia elettrica e alle materie prime (causate in parte anche dall’imperversare della Guerra in Ucraina) sono costati al settore in quesitone più di 9 miliardi di euro.
Nel suo rapporto Coldiretti parla di un vero e proprio tsunami che di fatto si è “abbattuto sulle aziende agricole con rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari” che fanno pesare i bilanci spostandoli verso un rosso sempre più profondo. Si segnalano, in questo contesto, soprattutto gli aumenti dei prezzi dei concimi (+170%), dei mangimi (+90%) e del gasolio (+12%), fondamentali per la maggior parte delle attività agricole – dalla semina e raccolta fino agli allevamenti di animali. Aumentano anche i costi degli imballaggi come vetro (+30%), tetrapak (+15%), cartone (+45%) e plastica (+70%); a cui sono da aggiungere i costi maggiorati per i traporti e il noleggio di container e noli marittimi, che di fatto arrivano ad aumentare fino alle quattro cifre (+1000%).
“Serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore anche combattendo le pratiche sleali nel rispetto della legge che vieta di acquistare il cibo sotto i costi di produzione” ha commentato a tal proposito il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “La necessità di risorse per sostenere il settore in un momento in cui si è aperto uno scenario di accaparramenti, speculazioni e incertezza che deve spingere il Paese a difendere la propria sovranità alimentare”.