A lanciare l’allarme questa volta è Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità Distrettuale del fiume Po: i livelli sempre più bassi dell’acqua del Po in futuro metteranno sempre più a rischio le coltivazioni, danneggiando così il settore dell’agricoltura.
A causa delle mancate precipitazioni nel Nord Italia e del persistere delle temperature fredde, ecco che i livelli del Po sono sempre più bassi. Per esempio, nella zona di Parma, i livelli vanno sempre più giù: l’idrometro di Cremona, punto di riferimento anche per la zona della Bassa Parmense, è vicino ai 7 metri sotto lo zero idrometrico.
Secondo Berselli, questo periodo di magra del Po, è un campanello d’allarme soprattutto per quanto riguarda i quantitativi di acqua da prelevare dal fiume in futuro per l’agricoltura.
Fra l’altro, i giacimenti delle risorse idriche già immagazzinati potrebbero risultate non sufficienti già a inizio della stagione irrigua. Inoltre quest’ultima, nel corso degli ultimi anni, è partita sempre più precocemente proprio a causa della siccità scatenata dal cambiamento climatico (che fra l’altro sta creando problemi in tutto il mondo, vedi la situazione delle coltivazioni di caffè).
Una conseguenza indiretta di questi bassi livelli è che compaiono sempre più spiaggioni dai quali emergono anche delle sorprese. Per esempio nella zone del Polesine Parmense, il fatto che il fiume si sia abbassato, ha fatto riemergere i resti di mura che appartenevano al vecchio paesino di Polesine di San Vito, una delle tante cittadine che, nel corso dei secoli, era sparita proprio a causa dell’erosione del Po.