Sì, parliamo ancora di legge di Bilancio perché dopo aver ridotto la tassazione sulle mance (su tasse che prima manco pagavamo visto che in Italia, di solito, le mance si danno in contanti e al di fuori del conto) e dopo aver abolito l’obbligo di pagamento col POS per le transazioni al di sotto dei 30 euro, ecco che adesso nella manovra ricompaiono i voucher per il settore dell’agricoltura e dell’Horeca.
Come funzionano i nuovi voucher?
Il governo di Giorgia Meloni ha deciso di reintrodurre gli scomparsi voucher in questa prima legge di Bilancio. Se ricordate i buoni lavoro erano stati creati nel 2003 con la legge Biaggi, salvo poi essere abrogati nel 2017 con il governo Gentiloni. Trattasi in pratica di una forma di pagamento alternativa nel caso di prestazioni saltuarie o di un lavoro occasionale accessorio.
I nuovi voucher faranno il loro debutto a partire dal 1 gennaio e varranno per i seguenti settori:
- agricoltura
- Horeca (quindi hotel e alberghi)
- cura della persona, inclusi i lavori domestici
Questi voucher avranno un valore nominale di 10 euro lordi all’ora, quindi 7,50 euro netti. Inoltre è stato stabilito un tetto di reddito per i lavoratori fino a 10mila euro l’anno. Lo scopo di questi voucher è quello di poter regolarizzare meglio il lavoro stagionale e quello occasionale, come può essere quello della raccolta nei campi o anche quello degli addetti ai pacchi di Natale sotto le feste.
Il tutto verrà tenuto sotto controllo grazie a rigide regole in modo da evitare che qualche furbetto se ne approfitti. Come si può notare, il tetto di reddito è stato raddoppiato rispetto a quanto stabilito con il Dl Dignità: lì si parlava di 5mila euro di tetto per le prestazioni occasionali, indipendentemente dal numero di committenti.
I voucher avevano avuto un buon successo: dal 2008 al 2017 erano stati usati 433 milioni di buoni lavoro. Confesercenti ha plaudito a questa misura: in tal modo le piccole e medie imprese hanno a loro disposizione uno strumento di facile utilizzo per gestire il lavoro occasionale. Tuttavia si può dare di meglio: i voucher dovrebbero essere estesi a tutto il settore del turismo, non solo ad hotel e ristorazione.
Confesercenti, invece, è d’accordo con il tetto: in questo modo si evitano abusi, ma si garantisce anche un minimo di flessibilità per poter gestire i picchi di lavoro che caratterizzano questi settori.
D’accordo con i voucher è anche Ettore Prandini di Coldiretti che sottolinea come l’uso dei buoni lavoro sia particolarmente utile nelle campagne dove bisogna lavorare semplificando la burocrazia in modo da evitare di perdere i raccolti a causa delle lungaggini burocratiche.