L’entrata in vigore del DDL Agricoltura per la tutela, lo sviluppo e la competitività del metodo biologico, approvato in via definitiva dal Senato lo scorso 2 marzo, ha reso necessario l’intavolare discorsi per una pianificazione efficiente ed efficace della transizione verso una produzione agricola più verde e amica dell’ambiente. Transizione che, di fatto, richiede una mole di lavoro e di investimenti declinati in un’ottica a medio-lungo termine.
“Come noto il biologico ha un problema di mantenimento e di nuovi investimenti per trasformare le colture tradizionali in colture bio” ha commentato a tal proposito il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, durante un intervento in remoto eseguito nel corso di un’audizione con le Commissioni riunite Agricoltura di Senato e Camera in relazione al Piano strategico nazionale. “Per fare questo nei prossimi cinque anni è stato stanziato un miliardo in più di fondi, che ci permetteranno di raggiungere in anticipo gli obiettivi inizialmente fissati al 2030. Il vero tema sarà accompagnare nel mercato le colture e i prodotti bio, e anche su questo aspetto confidiamo di raggiungere gli obiettivi: copertura del 25% delle colture bio e al tempo stesso penetrazione dei prodotti bio sul mercato al 25%. Questo è l’obiettivo che ci prefiggiamo”.