Il DDL Agricoltura per la per la tutela, lo sviluppo e la competitività del metodo biologico, approvato in via definitiva dal Senato lo scorso 2 marzo, è entrato ufficialmente in vigore a partire da giovedì 7 aprile. Si tratta di una legge che, stando alle rilevazioni di Coldiretti, ha un valore complessivo di 7,5 miliardi di euro per i produttori italiani.
Tra le novità più importanti spiccano l’introduzione del marchio “bio italiano” e l’istituzione del Fondo per lo sviluppo della produzione biologica; oltre alla nascita dei singoli distretti biologici che andranno a distinguersi non solo per le tecniche locali di coltivazione, allevamento o trasformazione agroalimentare dei prodotti in questione, ma anche per l’integrazione organica con il tessuto produttivo locale. In particolare, la creazione di questi distretti contribuirà a incrementare e stimolare l’interazione tra i produttori, promuovendo infine il consumo dei prodotti.
“L’Italia potrà così avere gli elementi normativi e le risorse adeguate per poter essere sempre più leader in Europa con le sue oltre 80mila imprese certificate bio e 2 milioni di ettari coltivati” ha commentato Pasquale Maglione, esponente M5S in commissione Agricoltura e relatore del provvedimento alla Camera. “Tutto ciò nell’attesa di poter accedere ai 300 milioni di euro previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per i contratti di filiera e di distretto che abbiamo voluto dedicare esclusivamente al biologico, con un nostro emendamento”.