A una decina di giorni dall’approvazione da parte dell’Unione Europea sulla nuova Politica agricola comune (Pac), cominciano a emergere alcune critiche agli eco-schemi che dovrebbero introdurre misure ambientali nel settore dell‘agricoltura: a sollevare la questione sono alcune delle principali associazioni ambientaliste europee, tra cui il Wwf, BirdLife e lo European Environmental Bureau (EEB), che hanno redatto un report in proposito.
Vi facciamo noi la cortesia di riassumere: secondo le associazioni una grossa fetta delle operazioni previste dagli eco-schemi sono inefficaci. Più precisamente, solamente il 19% ha una possibilità di raggiungere effettivamente gli obiettivi dichiarati, mentre il 41% è risultato del tutto non allineato alle finalità di tutela ambientale e i (pochi) eco-schemi che potrebbero produrre risultati concreti sono invece sotto finanziati. Da quanto emerge nel report le pratiche sostenibili che in primis dovrebbero essere finanziate e premiate resterebbero marginali e dimenticate. tanto che le associazioni definiscono l’operazione una vera e propria “eco-truffa”. Vi ricordiamo, tra parentesi ma nemmeno troppo, che l’UE ha in programma di spendere 48,5 miliardi di euro in finanziamenti comunitari nel settore in questione nei prossimi 5 anni.
E chiaramente non mancano le critiche anche alla nostra Italia, che appare nella parte di report a cui hanno contribuito anche Legambiente, Federbio, Slow Food e la Rete dei Semi Rurali. Bocciati i sette eco-schemi proposti dal Ministero delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, definiti dalle associazioni come “contenitori vuoti” con impegni molto vaghi e del tutto privi di indicazioni concrete circa le risorse assegnate. Anche qui, tra parentesi ma nemmeno troppo, vi ricordiamo che nel complesso l’importo da spendere è di poco inferiore al miliardo di euro (907.132.289).
Che fare, dunque? È presto detto: fare in modo che il governo garantisca almeno il 30% delle risorse del primo pilastro per gli eco-schemi, e che i pagamenti collegati agli impegni previsti siano adeguati a stimolare la partecipazione degli agricoltori (la cui adesione agli eco-schemi, per l’appunto, è volontaria).