Ad agosto l’Italia si ferma: mare, montagna, villeggiatura – a voi la scelta. A meno che non siate dei giudici in rosso, chiaro: in quel caso le vostre gite saranno confinate a ristoranti e locali in giro per lo Stivale (il che, per inciso, non sembra nemmeno così male). La Guida Michelin torna ad aggiornarsi, e dopo l’appuntamento di luglio – 15 nuovi ristoranti, tra cui un progetto firmato Cannavacciuolo – fa bis con 15 nuove insegne.
I nuovi ristoranti nella Guida Michelin Italia
Corte Federiciana – APRICENA FG
Sala da pranzo impreziosita da un soffitto a volta in mattoni e cucina che ci concentra prevalentemente sui prodotti del mare (dai cotti ai crudi, passando per il forno e gli abbinamenti alla pasta). Gli ispettori segnalano anche e soprattutto “accoglienza e servizio incantevoli”.
Riccio Restaurant – BACOLI NA
Il pescato, come può suggerire la location direttamente affacciata sul porto, è il protagonista. Il consiglio della Rossa è quello di partire con la carrellata di degustazione cotta (ma c’è anche l’opzione cruda) per poi scegliere la via più classica, composta da piatti come gli spaghetti alle vongole; o quella più originale, con pesci frollati, affumicati e salumi di mare.
Capogiro – BAIA SARDINIA SS
Situato su di una terrazza panoramica a pochi passi dalla Costa Smeralda, lo chef di Capogiro mischia prodotti del posto e scelti dall’intero patrimonio nazionale in abbinamenti anche piuttosto inaspettato. I piatti da provare? Cannellone cacio e pepe, gamberi crudi, salicornia e di nero di seppia.
Dissapore di Andrea Catalano – CAROVIGNO BR
Incastonato in un vero e proprio dedalo di stradine del centro storico, il ristorante offre una cucina dal carattere tipicamente regionale ricca di piatti classici del territorio. Una curiosità: tutto è fatto in casa, dal pane al gelato (e l’omonimia è fortuita, beninteso).
Contrada – CASTELNUOVO BERARDENGA SI
Chef Davide Canella propone una cucina elegante e sfiziosa elaborata in un menu degustazione o in una carta dove la carne la fa da padrona, anche se non mancano le alternative di pesce. L’offerta è declinata sì secondo i sapori regionali, ma ci sono anche piacevoli alternative di carattere più internazionale.
Bis Osteria Italiana Contemporanea – COLLE DI VAL D’ELSA SI
Tutti i secondi piatti condividono lo stesso nome (che è già un programma): “Specialità italiane”, tanto di terra quanto di mare, puntualmente abbinate ai lievitati della casa. Il piatto più caratteristico, secondo il giudizio degli ispettori, è il maltagliato “non tagliato” al piccione.
O Me O Il Mare – GRAGNANO NA
Progetto “di cuore” di Luigi Tramontano e della moglie Nicoletta, la location de O Me O Il Mare raccoglie l’eredità della sua identità precedente – un pastificio: alti soffitti – ricalibrandola secondo un ambiente più elegante e contemporaneo. La cucina si ispira ai canoni tradizionali declinandoli secondo un’impronta più gourmet, in una – assicurano dalla Rossa – “vera e propria consacrazione ai prodotti del territorio”.
Ca’ Del Moro – GREZZANA VR
Situato all’interno della tenuta vinicola La Collina dei Ciliegi, il ristorante è “casa” di due chef, lui calabrese e lei pugliese, che mischiano filosofie e ingredienti – moderno e mediterraneo, di origine e locali – in piatti come la ricotta affumicata e ristretto di pomodoro o la pecora Brogna addirittura allevata in loco, cotta alla brace e servita con una squisita salsa ai capperi e tortino di funghi di stagione.
ES Cantina&Ristorante – MANDURIA TA
Chef Simone Profeta, partenopeo per origine, propone una cucina moderna che unisce terra e mare, talvolta abbinata ai vini della tenuta che ospita il locale. Un esempio su tutti: la corposa riduzione di ES con la tenera guancia di vitello brasata. Non manca, per di più, un menu vegetariano con verdure biologiche provenienti dall’orto della tenuta.
Metodo – MARNE BG
L’atmosfera rustica dei casolari settecenteschi che si ergono tutt’intorno pare abbia invaso e permeato lo stesso ristorante, arricchito da elementi e rifiniture di grande pregio come i tavoli in massello di acero. La cucina propone due menu degustazione (ma con piatti estraibili alla carta) che gli ispettori descrivono come proprietari di un “carattere creativo e talvolta molto elaborato”.
Osteria Ricanatti – OSTUNI BR
Menu degustazione o à la carte, entrambi ricchi di proposte regionali (puntualmente rivisitate) tratte da prodotti rigorosamente selezionati e verdure provenienti direttamente dall’orto di proprietà. Qualche esempio? Tartare di pecorino e patate, condito con chimichurri (salsa verde tipica dell’Argentina), o paccheri al dente con coulis di due pomodori, tonno rosso crudo e capperi fritti.
Su Murruai – RIOLA SARDO OR
Per “su murrai” in sardo si intende il profumo della vernaccia invecchiata – nome più che azzeccato, se consideriamo che il ristorante è stato aperto all’interno di un antico mulino. Il giovane chef Ivan Matarese propone una cucina di carattere contemporaneo ma “di antica memoria”, che vede nel pesce del Golfo di Oristano e nella carne dell’entroterra i suoi assoluti protagonisti.
Ca’ Apollonio Heritage – ROMANO D’EZZELINO VI
Chef Alessio Longhini propone due menu degustazione, in parte sostenuti dai prodotti provenienti dall’orto di proprietà. Il ristorante trova spazio nel salone di una villa che affonda le radici nel Sedicesimo secolo, ma che nell’aspetto attuale ricorda soprattutto i canoni ottocenteschi.
Vez – SAN MARZANO DI SAN GIUSEPPE TA
L’offerta gastronomica si tiene esclusivamente sui prodotti locali, arricchiti da erbe aromatiche raccolte dall’orto. La specialità della maison è la pasta ripiena fatta in casa, un evidente omaggio al tempo che lo chef ha trascorso sotto i portici bolognesi.
Palais Royal Restaurant – VENEZIA VE
Curioso: quindici nomi, due casi di omonimia – il primo con noialtri, e questo con il celebre collega d’Oltralpe. Chef Philip Chronopoulos ha declinato le proprie idee in due menu degustazione capaci di mettere in mostra una cucina dall’indole mediterranea, tecnica francese, le materie prime italiane e alcune citazioni che riprendono l’origine greca del nostro protagonista.