Aglio crudo contro l’acne: possiamo lasciare che i food trend di TikTok influenzino più della medicina?

TikTok promette che mangiare aglio crudo è un'ottima soluzione all'acne: la medicina, però, non è del tutto d'accordo.

Aglio crudo contro l’acne: possiamo lasciare che i food trend di TikTok influenzino più della medicina?

Gli occhi appiccicati alla vetrina dei social appartengono anche e soprattutto agli adolescenti: non dovrebbe sorprendere, dunque, scoprire che molti dei trend che la attraversano hanno a che fare con il ridurre l’insicurezza e migliorare il proprio aspetto fisico, biglietto da visita fondamentale in quell’età dove vincere la battaglia della prima impressione è fondamentale come non mai.

Qualche esempio? C’è chi giura che coprirsi di birra è un ottimo trucco per ottenere un’abbronzatura da urlo, e chi invece racconta dei benefici di una dieta ricca di sardine per la salute della propria pelle. La pelle, già, che d’altronde è proprio lì che si combatte una della battaglie più spietate dell’adolescenza: quella con l’acne, per l’appunto. Da qui l’ultimo trend che promette di sconfiggere rossori e bubboni: mangiare spicchi interi di aglio crudo tutti i giorni, per almeno una settimana.

La risposta della scienza

sale aglio

Fin qui nulla di strano, direte voi: un rimedio apparentemente innocuo (basta ricordarsi di lavare per bene i denti e poi di fare incetta di mentine, no?) e bislacco il giusto da apparire come potenziale formula magica per risolvere una condizione che, è risaputo, è notoriamente caustica negli anni dell’adolescenza.

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TikTok è una camera a eco che può sia esacerbare il disagio portato dall’acne, proponendo carrellate apparentemente infinite di modelli da sfilata più o meno amatoriali, sia offrire risonanza ai rimedi di cui sopra. Questo il caso dell’aglio, per l’appunto: i video più popolari riguardanti l’argomento hanno già superato le tre milioni di visualizzazioni, e continuano a raccogliere attenzione.

I colleghi di Fanpage hanno intercettato il trend e chiesto un parere alla dottoressa Marta Carlesimo, dermatologa e docente di Dermatologia e Venereologia dell’Università di Roma La Sapienza, che nel corso di una breve intervista ha lasciato intendere una più che eloquente diffidenza verso i contenuti in questione, così come verso “tutti quei prodotti non farmaceutici venduti su blog o siti che promettono chissà cosa”.

I punti sollevati da Carlesimo riguardano anche e soprattutto il dosaggio: “L’allicina, la molecola presente nell’aglio e nota per le sue proprietà antinfiammatorie e antibatteriche da tempo, non può essere assunta a proprio piacimento, né seguendo l’esempio di un tiktoker” spiega, sottolineando come la Medicina si una scienza e in quanto tale debba essere “personalizzata in base alle esigenze e alle caratteristiche di ognuno di noi”, in particolare quando si tratta di acne.

Il dado è dunque tratto: “Come può allora essere possibile che l’aglio abbia gli stessi effetti su tutti, a prescindere dalle dosi?”. Meglio dubitare, in definitiva, di ciò che scintilla sulla vetrina dei social: la proliferazione di questo trend, evidentemente forte anche della sua presa emotiva, dovrebbe però farci intavolare un più serio discorso sulla effettiva capacità di influenza di trend come questi.

Consigli, come dicevamo, che paiono innocui e che sembrano funzionare, con tanto di prova video a corredo che mostra il passaggio da guance costellate da brufoli a un viso pulito e fresco: abbastanza da far passare la cautela e la competenza della medicina in secondo piano, a quanto pare. Allo stesso tempo, però, archiviare il tutto a mancanza di giudizio da parte dei più giovani è pigro: quando mai, infatti, l’uomo non ha preferito la scorciatoia alla strada in salita?