È stata uccisa in circostanze ancora da chiarire Agitu Ideo Gudeta, la rifugiata etiope che aveva fondato in Trentino l’azienda agricola “La capra felice“, con cui aveva contribuito a salvare dall’estinzione la capra mochena.
Sulla morte della donna, trovata senza vita nella sua casa di Frassilongo – probabilmente uccisa da un colpo violento alla testa – stanno ora indagando i Carabinieri, che per ora confermano che si tratta di omicidio.
Arrivata a Trento nel 2010 dopo essere scappata dalle violenze in Etiopia e dagli espropri forzati del governo nei confronti dei contadini e dei loro terreni, Agitu aveva iniziato in Italia una battaglia per la legalità.
Contemporaneamente, Agitu aveva fondato un’azienda biolgocia, La Capra Felice, con l’obiettivo di salvare anche dagli attacchi degli orsi una specie di capra in via d’estinzione tipica delle valli trentine. Ne allevava una cinquantina, vendendo nei mercati locali i prodotti realizzati con il loro latte.
Con la sua attività e la sua voce, Agitu negli anni era diventata un simbolo di rivalsa sociale, di lotta contro il razzismo ma soprattutto una figura positiva a favore dell’imprenditoria femminile e di un ritorno a una ruralità sana e socialmente inclusiva.
Più volte la donna aveva ricevuto e denunciato minacce razziste, anche se per ora le indagini delle autorità non percorrono questa strada, bensì – pare – quella di un giovane dipendente della sua azienda agricola, con cui pare che la donna avesse avuto dissidi per problemi economici.
In attesa degli sviluppi delle indagini, rimane lo sconcerto per la morte improvvisa di Agitu, e i numerosi messaggi di solidarietà che arrivano da più parti, sia dal mondo della politica che da quello dell’associazionismo.
[Fonte: La Repubblica]