Ad Abu Dhabi i funghi crescono in mezzo al deserto

Grazie alla startup Below Farm, ad Abu Dhabi i funghi riescono a crescere in mezzo al deserto. In apposite strutture, ovvio

Ad Abu Dhabi i funghi crescono in mezzo al deserto

Sì, quelli che vedete in foto sono funghi. E sì, crescono nel deserto di Abu Dhabi. Ovviamente non dovete immaginare oasi in mezzo al deserto fatte di funghi, questo sarebbe alquanto impossibile. I funghi in questione, infatti, crescono all’interno di capannoni appositamente progettati dalla startup Below Farm. Perché se i Fremen hanno fatto arrivare l’acqua nel deserto di Dune, ecco che Below Farm ha portato i funghi nel deserto di Abu Dhabi.

Come fanno i funghi a crescere nel deserto di Abu Dhabi?

funghi deserto

Mentre mi figuro mentalmente un Dune con i funghi al posto delle piante, ecco che è noto come i funghi, per crescere, abbiano bisogno di un ambiente umido. Solitamente li troviamo nei boschi, mentre spuntano dal terreno o sui tronchi degli alberi morti.

Ma desso li troviamo anche nel deserto. La startup di Abu Dhabi Below Farm, infatti, ha trovato il modo di far crescere shiitake, funghi ostrica e criniere di leone anche in un ambiente come il deserto non proprio ideale per la crescita dei funghi. Anzi: è l’esatto opposto dell’ambiente in cui i funghi solitamente prosperano.

Below Farm ha ideato dei capannoni per creare un’azienda agricola indoor a soli 45 minuti in auto dal centro di Abu Dhabi. L’azienda, fondata nel 2021 all’amministratore delegato Bronte Wir insieme alla coppia polacca formata da Liliana Slowinska, specialista nello sviluppo aziendale e Wojciech Slowinski, ingegnere elettrico, permette di produrre funghi che, a detta di Below Farm, sono migliori di quelli importati. E questo perché i funghi sono un alimento che si danneggia molto facilmente e che perde rapidamente la sua freschezza. Dunque è un cibo che patisce molto i lunghi viaggi.

Below Farm vende i suoi funghi a ristoranti, negozi e privati. Fra questi, troviamo sia funghi veri e propri che funghi in polvere, adatti per insaporire i piatti e che possono essere usati come condimento. Inoltre vende anche kit per la coltivazione.

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Al momento la Below Farm produce circa una tonnellata di funghi al mese, ma sta cercando di espandersi in modo da venire incontro alla domanda in crescita. Ma come funziona il tutto?

Weir ha spiegato che le attuali tecnologie esistenti che permettono di coltivare i funghi indoor, sono state sviluppate per funzionare soprattutto in Europa e negli Stati Uniti. Dunque non sono tecnologie progettate per sopportare le torride temperature diurne di Abu Dhabi, che arrivano tranquillamente a 40°.

Da qui la necessità di ideare una struttura adatta a sopportare tale clima. L’azienda agricola si compone di quattro camere pressurizzate appositamente create e ricoperte da uno strato isolante che permette di mantenere freschi gli interni.

Nei capannoni è possibile controllare luce, temperatura, umidità e atmosfera in modo da creare le condizioni ideali di crescita per ogni tipologia di micete. All’interno dei capannoni la pressione dell’aria è più elevata, cosa che permette di proteggere i raccolti dai venti forti e dalla polvere del deserto. In questo modo, infatti, quando le porte vengono aperte, l’aria esce anziché entrare e portare dentro tutta la sabbia.

Per Weir è fondamentale la sostenibilità del progetto. I funghi vengono coltivati su blocchi speciali realizzati soprattutto con palme da datteri riciclate (tali palme rappresentano il 61% della produzione vegetale di Abu Dhabi).

A quanto pare Abu Dhabi apprezza particolarmente i funghi prodotti in loco, tanto che i fondatori sperano di riuscire ad ampliarsi grazie ad opportuni investimenti. L’idea è quella di riuscire a creare, grazie a eventuali investitori, una seconda azienda agricola entro la fine dell’anno, in modo da aumentare la produzione.

Inoltre Weir vorrebbe diventare sempre più green. Per alimentare l’aria condizionata nelle camere de funghi, infatti, serve tantissima elettricità. Per questo motivo ora stanno studiando come poter usare i blocchi di coltivazione come biocarburante per poter aiutare ad alimentare l’azienda.