A partire da settembre 2022 potrebbe esservi capitato di imbattervi in rete in una bufala relativa all’acqua del rubinetto di Torino contaminata. Secondo la fake news, l’acqua non era potabile. Tuttavia si trattava di una bufala bella e buona, tanto che la Smat, adesso, sta pensando di prendere provvedimenti. Che vuol dire che potrebbero partire delle denunce.
La bufala in questione, con tanto di video annessi, vedeva come protagonista un uomo di nome Stefano Zoppi (o almeno, questo era il nome con cui si faceva chiamare nei video). Zoppi sosteneva di aver scoperto che, a seguito di un esperimento di elettrolisi, l’acqua distribuita dall’acquedotto della Smat di Torino era contaminata rispetto a quella venduta nelle bottiglie. Zoppi poi proponeva di denunciare chi gestisce l’acquedotto, chiedendo anche alla gente di non bere l’acqua del rubinetto.
Così ieri la Smat ha deciso di pubblicare una nota ufficiale nella quale sottolinea che era tutta una bufala. La nota della Smat inizia ricordando che in rete si trovano tantissime informazioni, ma che non tutte sono attendibili, anzi, molte sono ingannevoli. E fra queste ultime figura proprio il video di Stefano Zoppi.
La nota spiega che l’elettrolisi è un processo che usa due elettrodi immersi in una soluzione acquosa. Quando in quest’ultima viene fata passare della corrente, parte del materiale di cui è formato l’elettrodo positivo o anodo si corrode e discioglie in acqua, diventando visibile anche a occhio nudo, esattamente come mostrato nel video.
Se l’acqua contiene molti sali, fra l’altro necessari alla nutrizione umana, ecco che la corrente passa più facilmente. Nel video la differenza della reazione fra l’acqua del rubinetto e l’acqua oligominerale di bottiglia è determinata dal fatto che l’acqua del rubinetto ha semplicemente più sali disciolti rispetto all’acqua della bottiglia in quanto l’esperimento di Zoppi ha scelto un’acqua oligominerale che, per definizione, è povera di sali. Questo vuol dire che l’acqua oligominerale rallenta il passaggio della corrente e anche l’annesso fenomeno corrosivo.
La Smat ricorda, poi, che l’acqua presente nell’acquedotto di Torino è sottoposta continuamente a migliaia di analisi che permettono di assicurare la totale potabilità dell’acqua. L’uso di apparecchiature non professionali da parte di chi ha scarse competenze tecniche, non permette di fare delle valutazioni veritiere della qualità fisico-chimica dell’acqua di casa, generando messaggi falsi che portano ad allarmi ingiustificati.
Per questo motivo la Smat sta ora decidendo se procedere con denunce nelle sedi opportune.