Ci sono occasioni in cui il fare luce sulle profondità degli allevamenti intensivi si declina nella necessità di affacciarsi al pozzo della violenza, della crudeltà, della morte. In questo particolare occasione, però, è come se fosse stato lo stesso pozzo limaccioso e straziante del pozzo a essere risalito verso chi aveva osato affacciarsi. Sul profilo Instagram del Dominion Movement, artefice dell’omonimo documentario che racconta dello sfruttamento animale, sono apparse alcune immagini che ritraggono un lavoratore di un allevamento australiano abusare sessualmente di una scrofa confinata nelle fredde maglie di una gabbia da parto.
Le immagini in questione, come probabilmente avrete già intuito, sono state riprese da alcune telecamere nascoste installate da alcuni membri del Farm Transparency Project – una pratica che, come i nostri lettori più sensibili all’argomento già sapranno, è di fatto ben comune nell’ambito di indagini atte a portare alla luce il violento degrado degli allevamenti. Mai, tuttavia, gli investigatori avrebbero potuto immaginare quello a cui hanno assistito.
“Vorremo non doverlo condividere. Vorremmo che non fosse mai successo”
Più volte, trattandone su queste pagine, abbiamo discusso di come le inchieste sugli allevamenti intensivi siano utili a scremare tra chi vede (e sa) e chi invece si rifiuta di farlo. Vogliamo dire, pare evidente che ci sia una certa convenienza nel portare avanti la retorica dell’allevamento a stampo bucolico, amichevole, pulito in senso ambientale ed etico; e badate bene – non troviamo alcun gusto nel raccontare di indagini e rapporti che la smontano in un mucchio di parole piene di vento. La verità, a dirla tutta, è che di tanto in tanto ci piacerebbe perfino crederci.
Il problema è che sarebbe difficile, a quel punto, stabilire cos’è più ripugnante: vedere immagini come quelle pubblicate da Dominion o girarsi dall’altra parte? “Pochi minuti dopo che altri dipendenti hanno lasciato l’edificio e le luci sono state spente” si legge nel post in questione “si vede il lavoratore avvicinarsi alla scrofa e iniziare a penetrarla con le mani. Poi si abbassa i pantaloni, la penetra con il pene e procede a violentarla”.
Il filmato non è naturalmente stato pubblicato sulla vetrina dei social, ma gli attivisti di Dominion hanno ritenuto opportuno renderlo disponibile sul loro sito web assieme ad altre foto e filmati provenienti dallo stesso allevamento. “Pensiamo che le persone meritino di sapere che questo è ciò che accade negli allevamenti di animali australiani” si legge ancora.
È bene notare che gli attivisti, pur riconoscendo come le violenze in questione siano probabilmente frutto delle azioni di un individuo profondamente disturbato, sottolineano come tale scenario si sia potuto verificare anche e soprattutto a causa delle condizioni proprie degli allevamenti di questo genere. “Questo atto orribile non sarebbe mai dovuto accadere” concludono “e abbiamo bisogno di un’azione urgente da parte del governo per garantire che non accada mai più”.