Ce lo magnamo, abbiamo dichiarato esultanti. Che poi, per carità: qualcuno, in tutta questa storia, la pancia se l’è effettivamente riempita – il granchio blu, per l’appunto, che nel corso degli ultimi ha dato libero sfogo alla propria voracità mutilando pesantemente le popolazioni adriatiche (e non solo, che il nostro protagonista crostaceo è stato avvistato anche in quel di Ferrara, dopo avere risalito il Po) di vongole, cozze e ostriche. Ai primi di agosto si stimavano danni di almeno il 50% sulle produzioni degli allevamenti, e a oggi si pensa che i rincari al prezzo di questi molluschi potrebbero arrivare – potrebbero, già: tenere conto degli effetti speculativi, purtroppo, è impossibile; per quanto questi saranno spietati e puntuali – al 60%.
Che rimane, dunque, a chi la guerra al granchio blu effettivamente l’ha combattuta? Un migliaio di euro in rimborsi. Ma come, direte voi: non si parlava di un decreto da tre milioni di euro a favore delle aziende impegnate? Certo che sì – tre milioni distribuiti come rimborso alle tremila aziende in questione. Mille euro a testa.
Il soldo del soldato
“Dopo il via libera ottenuto dall’Europa ho firmato il decreto da 2,9 milioni di euro che autorizza la spesa, a carico del Masaf, per le circa 3 mila aziende che hanno provveduto alla cattura e allo smaltimento della specie” ha spiegato a tal proposito il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida. Un contentino? Una pacca sulla spalla? Una card “Dedicata a te” a tema marittimo?
I tre milioni di euro, come accennato, non sono ristori ma rimborsi a favore dei consorzi e delle imprese di acquacoltura che hanno “combattuto” il granchio blu. “Le imprese di tutto il territorio nazionale potranno richiedere il rimborso delle spese sostenute per l’acquisto di attrezzi da pesca e di trasporto” continua Lollobrigida “rispettivamente nella misura dell’80 e del 100% dei costi che vanno dal primo agosto al 31 ottobre 2023”.
Per carità, è bene notare che quanto appena riportato sarà di fatto seguito da un secondo decreto ministeriale del Masaf, che dovrebbe a sua volta predisporre ulteriori dieci milioni di euro da destinare all’acquisto di “attrezzature di protezione degli impianti di molluschicoltura e strumenti di contenimento della specie invasiva”.
“Allo stesso tempo” spiega infatti a tal proposito Lollobrigida ” abbiamo previsto un ulteriore intervento da 10 milioni di euro per sostenere la ripresa del settore della pesca e dell’acquacoltura per la semina, il ripopolamento e l’acquisto di strutture fisse per proteggere gli allevamenti di vongole e novellame di sogliola e cozze. Un provvedimento che abbiamo inviato in Conferenza Stato-Regioni”. In altre parole: la guerra con il granchio blu l’abbiamo persa, quindi proviamo a installare delle reti di contenimento o altre amenità per proteggere gli allevamenti.