Dove? Nella Laguna di Venezia, e più precisamente in località Lio Piccolo, Cavallino-Treporti. Cosa? Un ostrarium, o se preferite una sorta di allevamento di ostriche. Quando? Ecco, qui le cose si fanno interessanti.
Nei giorni a venire, presso il Museo di storia naturale di Venezia, sarà presentato come risultato di un progetto di ricerca realizzato dall’Università Ca’ Foscari un ritrovamento archeologico risalente all’età romana. Trattasi, come accennato in apertura di articolo, di una vasca che avrebbe permesso di mantenere in vita le ostriche prima del consumo. Gli indizi trovati, d’altro canto, sono più che eloquenti.
Cosa è stato ritrovato?
Mattoni, tavole di legno, acqua; e poi circa 300 gusci di ostriche che dissipano più o meno ogni dubbio sulla funzione della vasca. La struttura, stando a quanto riportato dai colleghi di Venezia Today, dovrebbe risalire alla metà del I secolo dopo Cristo; e si tratta di un ritrovamento di fatto unico sul territorio nazionale, con il solo confronto noto che riposa invece nelle acque di Narbonne, in Francia. E non è tutto.
A contatto con la struttura gli studiosi hanno rinvenuto delle fondazioni in mattoni sorrette da una serie di pali che, secondo le speculazioni degli stessi, dovrebbero appartenere a un edificio piuttosto imponente risalente allo stesso periodo. Oltre ai sopracitati gusci gli archeologi hanno anche ritrovato centinaia di frammenti di affresco, lastre – ovviamente fatte a pezzi – in marmo e persino una gemma preziosa, che fa presagire l’esistenza di una possibile villa di lusso nei paraggi.
Una parte dei manufatti ritrovati, assieme a un corredo video-fotografico degli scavi e a un plastico del sito archeologico, sarà per l’appunto esposto nelle stanze del Museo di Storia Naturale nel periodo compreso tra il 16 di aprile e il 2 novembre 2025: l’esposizione nasce per restituire un’idea più nitida (e inedita) delle attività di allevamento ittico in Laguna ai tempi dell’età romana.