Verrebbe da chiedersi come sia potuto venire in mente che travestire delle donne da tavolino a una cena di gala di Verona fosse una buona idea. Questo anche alla luce di quanto accaduto un paio di mesi fa, dove un villaggio turistico in Sardegna era stato pesantemente criticato a causa del fatto che, durante una festa, una ragazza ricoperta di cioccolato posava su un tavolino. Se quella non era stata per niente un’idea felice, altrettanto non lo è stata quella di questa cena di gala, tanto che adesso agli organizzatori stanno piovendo addosso accuse di “cultura misogina e patriarcale”.
Cosa è successo alla cena di gala di Verona?
A riportare la notizia per primi sono stati alcuni giornali locali, ma poi la cosa è rimbalzata anche su altre testate nazionali e, ovviamente, sta facendo il giro dei social che si stanno giustamente indignando.
Tutto è accaduto durante una cena di gala che era stata organizzata presso il Palazzo della Gran Guardia dal Consorzio Zai, in occasione del 75esimo anniversario di questo ente che ha in gestione la zona industriale della città.
Così come rivelato da Barbara Bissoli, vicesindaco di Verona, ecco che alcune ragazze indossavano un costume che fungeva da tavolino, sul quale gli ospiti potevano appoggiare calici e bicchieri. Così come scritto da Bissoli a Matteo Gasparato, presidente del Consorzio Zai, si è trattato di un “caso di oggettivizzazione della donna” che non fa altro che alimentare una “cultura misogina e patriarcale”, cultura che si sta cercando di eliminare.
E ha continuato parlando di una scena irrispettosa alla quale ci si augura di non dover più assistere. Per questo motivo, poi, il vicesindaco ha annunciato che creeranno un codice di condotta per gli enti collegati al Comune, in modo da tutelare la dignità di tutte e tutti e anche da promuovere la cultura del rispetto e della parità di genere, soprattutto là dove viene messa a rischio da scelte non adeguate.
Mentre dunque c’è chi critica questa scelta, c’è anche chi la sostiene. Chi vi starete chiedendo? Beh, proprio una delle ragazze travestite da tavolino. La 21enne ha infatti rilasciato un’intervista a Repubblica nella quale ha specificato che non si è sentita né oggettificata né mercificata. E neanche sfruttata: lei avrebbe solamente espresso la propria arte in quel contesto. Dunque per la ragazza si è trattato di un lavoro normale, come tanti altri.
Inoltre ha poi rivelato che ha guadagnato 150 euro in un’ora, molto di più di quanto guadagnerebbe una cameriera, ricordando che si tratta di una cifra elevata rispetto a quanto fatto nel concreto.
La ragazza non accetta le accuse di sessismo in quanto è consapevole di quello che fa e non si sente sfruttata. Anzi, si dichiara “femminista” e sostiene che a volte si superino i limiti del politicamente corretto. Anche perché, sempre alla medesima cena, c’era anche un ragazzo in questa performance che era vestito da pavone, ma di lui non si è parlato. E chiede se anche questa non sia discriminazione.
Posizione dunque nettamente opposta ai tanti che stanno criticando l’idea alla base di questa “performance”, ecco alcuni dei commenti su Instagram e Twitter, chiedo scusa Elon Musk, volevo dire X:
- “But why? I mean, a cosa serve?”
- “Mi dispiace ma è già una moda. Una mia amica mi ha inviato una foto di un matrimonio a cui ha partecipato con due ragazze vestite da paralumi”
- “Che il vero problema sono le donne che accettano di farlo. Quanto è bello, quanto è semplice, quanto è rivoluzionare dire NO a ste disgrazie di esseri viventi?”
- “A #verona, dove pullulano i #giambruno della #lega, le “donne tavolino” servono da bere ad una serata di gala”