Dopo il liceo del Made in Italy (il cui programma ed esecuzione di fatto arrancano), arriva l’educazione alimentare nelle scuole. Si tratta di un’idea del ministro della Salute Orazio Schillaci, presentata da lui stesso come “un’ora a settimana sin dalla prima elementare, importante far capire quali sono i corretti stili di vita”. Fin qui tutto bene, anzi ottima idea: sono tantissime le cose da insegnare per aiutare pre-adolescenti e adolescenti a orientarsi meglio con il cibo. Peccato solo per una cosa: per il ministro il corretto stile di vita equivale alla dieta mediterranea.
Se fino a un paio di decenni fa la mitizzazione della dieta mediterranea trovava riscontri e salde colonne portanti, oggi si tratta di un concetto fumoso e obsoleto. Soprattutto, è un concetto limitante e nazionalista. Perché? Perché arriva in un momento storico in cui più che mai il cibo italiano è politicizzato.
Educazione alimentare nelle scuole? Sì, ma…
Come anticipato, riteniamo l’appello del ministro della Salute Orazio Schillaci una buona idea per portare nelle scuole concetti chiave per la salute, passando per l’alimentazione. Nell’enorme universo dell’educazione alimentare si può parlare di prevenzione, valori nutrizionali, junk food, industria, e persino – fantastichiamo, non fa male – migliorare i servizi nelle mense scolastiche.
Partire proprio dalla dieta mediterranea, tuttavia, innesca tre ragionamenti ben precisi. Il primo: questo è uno stile alimentare che al momento è da aggiornare, visto come si stanno muovendo le cose quanto a sostenibilità e apertura ad altri regimi (alimentari). Il secondo: la dieta mediterranea è restrittiva se confrontata al futuro dell’alimentazione tramite alternative che vanno di pari passo con etica e salvaguardia ambientale – si pensi alla carne coltivata, o alla farina di insetti, entrambe cose non approvate dal Governo di cui Schillaci fa parte.
Scuole e Disturbi alimentari
I disturbi alimentari sono in crescita esponenziale anche nei soggetti maschili e anche in età infantile. da qui, il terzo ragionamento: per fortuna c’è stato un rapido riavvolgimento del nastro, ma tale proposta non suona strana, dal momento che Meloni riuscì per un attimo a tagliare i fondi destinati ai Disturbi alimentari?
Disturbi ritenuti “devianze” giovanili. Quindi diciamo che sì, è urgente cominciare con un’educazione alimentare nelle scuole e a partire dalla tenera età… ma o lo si fa bene e abbracciando futuro e corollari, o potrebbe portare più danno che beneficio.
I consigli pratici di Schillaci
Come dichiarato dal ministro, l’obiettivo è insegnare ai giovani “l’importanza della dieta mediterranea e dell’attività fisica per la prevenzione di malattie come diabete, malattie cardiovascolari e neurologiche”. Come consigli pratici, Schillaci suggerisce cose corrette – ci mancherebbe – ma molto generiche se applicate all’ora settimanale di educazione alimentare. Insomma, speriamo davvero che il programma “ministeriale” di educazione alimentare sarà più ricco e concreto (nonché comprensibile per i bambini) dei soliti “tot porzioni di frutta e di verdura al giorno” e “ridurre gli zuccheri semplici” e “limitare i cibi processati“.