Le acque reflue – una risorsa che sovente viene grossolanamente sottovalutata quando si parla di sostenibilità. Sarà lo stigma che inevitabilmente la accompagna, ma in un mondo che comincia a sentire la piena portata del cambiamento climatico e che pare disperatamente necessitare di una rivoluzione produttiva in ambito agroalimentare ci sentiamo di riproporre le parole di Sir James Bevan, capo dell’Agenzia per l’ambiente del Regno Unito: è tempo di essere “meno schizzinosi”.
Un esempio virtuoso e pratico del riutilizzo delle acque reflue arriva da San Francisco, dove una start up sta producendo birra nel seminterrato di un condominio riciclando l’acqua proveniente da docce, lavandini e lavatrici. La “catena di montaggio”, per così definirla, è piuttosto semplice: l’acqua viene trattata in maniera efficiente e poi restituita agli stessi consumatori, ossia i condomini di un palazzo di 40 piani.
Birra con le acque reflue: sensazione di déjà vu?
Calmi, che già vi vediamo a scrivere commenti al vetriolo dicendo che non avete alcuna intenzione di comprare birra prodotta con le acque reflue, e che schifo, e signora mia questo mondo sta andando a rotoli (ma su questo, almeno in parte, siamo d’accordo). L’obiettivo della Epic OneWater Brew – questo il nome della start up – non è (o almeno, non ancora) quello di entrare usl mercato, ma di produrre una bevanda che potesse fungere da dimostrazione concreta per attirare l’attenzione sul tema dell’acqua riciclata.
È bene notare che i nostri protagonisti operano per di più in un contesto – quello degli Stati Uniti occidentali, per l’appunto – alle prese con una severissima siccità: in questo senso, continuare a sottovalutare (o a schifare, fate un po’ voi) il potenziale delle acque reflue significa peccare imperdonabilmente di miopia. Lo stesso Bill Gates, a onore del vero, pare interessato a produrre birra in questo modo.
Al momento, esclusa la diffidenza dell’opinione pubblica, l’ostacolo più ingombrante sulla strada della birra prodotta con acque reflue è rappresentato dalle attuali normative commerciali – un ostacolo che, una volta superato, potrebbe innescare l’entrata in scena di numerose molte altre aziende interessate ad approcciarsi a questa produzione sostenibile. I locali, nel frattempo, hanno già avuto modo di provarla; e l’hanno descritta come “una birra frizzante e beverina la cui origine è impossibile da intuire”.
Vi ricorda qualcosa? Un annetto fa circa vi raccontammo di come un birrificio con sede a Singapore, la NewBrew, stesse sperimentando con grande successo una birra prodotta con il liquido che viene riciclato dalle acque reflue della rete idrica (o con l’urina, per intenderci).