A Parigi apre il primo museo del mondo completamente dedicato al formaggio (e noi stiamo a guardare)

A Parigi ha aperto un museo interamente dedicato al formaggio, con tanto di degustazioni e dimostrazione dei processi di produzione: diamoci un'occhiata.

A Parigi apre il primo museo del mondo completamente dedicato al formaggio (e noi stiamo a guardare)

Un omaggio al formaggio: il Musée du Fromage ha aperto a Parigi sull’Île Saint-Louis, ad appena una manciata di passi dalla cattedrale di Notre Dame, coronando la visione del suo fondatore Pierre Brisson. Parlare di formaggio è molto più che assaggiarlo, spiega: si tratta anche di tramandare con passione e cura le competenze che danno corpo alla sua produzione. E quale luogo migliore di un museo per farlo?

“Non è un lavoro facile” ha ammesso lo stesso Brisson, riferendosi per l’appunto alla produzione di formaggio “ma è davvero meraviglioso. E purtroppo c’è il rischio reale che possa scomparire”. Da qui l’idea del museo: un luogo per conservare il savoir faire e, perché no, stimolare i più curiosi a cimentarsi in questa avventura.

Cosa si può vedere al museo del formaggio di Parigi?

museo formaggio

Il biglietto costa venti euro per gli adulti e dieci per i bambini, e permette di assistere a una dimostrazione sui metodi di produzione dei vari formaggi, partecipare a una degustazione e apprendere la storia delle numerose varietà regionali attraverso display interattivi. Gli agricoltori e coloro che studiano agricoltura, invece, potranno entrare gratuitamente.

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A rendere particolarmente interessante l’idea di Brisson è il fatto che il nostro protagonista è di fatto figlio di viticoltori della Borgogna, e che apparentemente proprio il contesto in cui è cresciuto – naturalmente ricco di strutture e materiali atti a promuovere il mondo e la tradizione del vino – avrebbe contribuito a maturare in lui l’idea del museo dedicato al formaggio.

“Sentiamo molto parlare dei vini e di come sono fatti, delle sottigliezze del gusto e di come sono prodotti” ha spiegato a tal proposito, “ma non c’è mai niente sul formaggio”. Attenzione, però: l’obiettivo non vuole solamente essere quello di tramandare cultura e tradizione e competenze minacciate dal passare del tempo, ma anche di ricordare agli stessi francesi – in particolare quelli che vivono nelle città – i loro legami con il cosiddetto terroir.

“Vogliamo che i visitatori riscoprano questo legame con la terra, con gli animali” ha spiegato Guillaume Gaubert, casaro coinvolto nel progetto da Brisson. “I francesi adorano il formaggio; vogliamo che comprendano ogni fase di come viene prodotto. E chissà, magari qualcuno proverà anche a mettersi in gioco“.