A Palermo apre un pub nei locali della Basilica di S. Francesco: “Luogo sacro profanato dalla movida”

Tira aria di polemica a Palermo: un edificio appartenente alla Basilica di San Francesco d'Assisi è stato trasformato in un locale notturno.

A Palermo apre un pub nei locali della Basilica di S. Francesco: “Luogo sacro profanato dalla movida”

Nei locali della Basilica di San Francesco d’Assisi, a Palermo, si trasforma l’acqua in vino – o in cocktail, ecco – ed è subito polemica. La questione è davvero semplice: il locale in questione, stando a quanto riportato dai colleghi di Palermo Today, avrebbe originariamente dovuto essere una caffetteria – panineria e non un “locale notturno”.

A definire la pietra dello scandalo sono anche e soprattutto i residenti della zona, che raccontano (e lamentano, ça va sans dire) del più tradizionale corredo di accompagnamento di ogni pub o locale che tende a fare le ore piccole – schiamazzi, musica dal vivo e vendita di bevande alcoliche.

Polemica a Palermo: le testimonianze dei residenti

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Per aiutarci a capire meglio il contesto possiamo dare un’occhiata al una lettera scritta dagli stessi residenti di via Merlo – angolo di pieno centro storico dove sorge il locale in questione, tanto per intenderci – e indirizzata all’arcivescovo. “Durante i lavori di ristrutturazione di questi locali molti parrocchiani hanno richiesto informazioni sulla destinazione d’uso e sono stati sempre rincuorati dai frati della Basilica” si legge, “dicendo che si sarebbe trattato unicamente di una panineria che non avrebbe recato alcun disturbo alla comunità”.

Gesù che beve acqua santa e la Madonna con un Martini: bar rischia la chiusura perché blasfemo Gesù che beve acqua santa e la Madonna con un Martini: bar rischia la chiusura perché blasfemo

Ecco, evidentemente non è andata così. La natura rumorosamente goliardica, se così vogliamo definirla, di un locale di questo genere stride evidentemente con lo spirito tradizionalmente associabile a un edificio che appartiene alla Basilica di San Francesco d’Assisi.

“Troviamo inaccettabile che un locale della movida notturna con musica dal vivo ad altissimo volume e in locali non insonorizzati possa trovare locazione presso strutture appartenenti alla Curia che ci aspetteremmo utilizzati per qualcosa di utile nel sociale” si legge ancora nella lettera citata qualche riga fa. Vale per di più la pena notare che, sempre stando allo scritto in questione, alcuni parrocchiani avrebbero richiesto di affittare proprio tali locali per impiegarli come garage: “La risposta del ministro provinciale è sempre stata che quei locali non erano in affitto. Ma evidentemente dipende da chi li chiede in affitto e a quale prezzo”.

Oltre al danno la beffa, in altre parole: i residenti di via Merlo, per farla breve, non solo denunciano come i patti non siano stati rispettati, ma anche il fatto che tali patti siano stati formulati in primis, considerando che a loro l’affitto degli stessi locali era stato evidentemente negato. Il mix tematicamente anacronistico tra edifici della Basilica di San Francesco e locali notturni è, se vogliamo, la proverbiale ciliegina sulla torta.

Come accennato in apertura di articolo la lettera dei parrocchiani è stata indirizzata all’arcivescovo Corrado Lorefice; ma come spiegano i colleghi di Palermo Today è bene notare che la Basilica appartiene ai frati francescani, e non alla diocesi. “Proveremo a sentire il frate guardiano della Basilica per fare chiarezza sulla destinazione d’uso dell’immobile” ha spiegato una fonte interna alla testata locale in questione “perché affidare a un’attività commerciale uno spazio di loro proprietà va bene affinché però si proceda a verifiche e controlli che rispettino i patti originari”