Chiamatela, se volete, intolleranza al lattosio. In quel di New York si continua a spremere le meningi per trovare metodi più o meno intuitivi per ridurre le emissioni l’uso di plastica: dopo la proposta di abolire i forni a legna delle pizzerie della Grande Mela (proposta, è bene notarlo, poi bollata come “discriminatoria”), la frangia più ambientalista delle autorità cittadine ha deciso di prendere di mira le fette di formaggio confezionate singolarmente.
Il disegno di legge statale – chiamato Packaging Reduction and Recycling Infrastructure Act – richiederebbe alle aziende con un reddito netto superiore a un milione di dollari che vendono o distribuiscono prodotti alimentare di ridurre del 50% l’impiego di plastica o altri imballaggi nei prossimi dodici anni. La misura, per di più, andrebbe di fatto a introdurre una tassa sulle aziende che continuerebbero a utilizzare plastica con l’obiettivo di impiegare il denaro così raccolto per lo sviluppo di programmi e la creazione di infrastrutture di riciclaggio.
La lotta alla plastica, da New York all’Europa
I nostri lettori più attenti avranno senza ombra di dubbio già individuato un parallelo tra la nuova proposta delle autorità cittadine newyorkesi e il più recente regolamento europeo per gli imballaggi, che pur “salvando” l’insalata in busta – per la gioia di Coldiretti – ha colpito duramente diverse altre forme di imballaggi in plastica monouso, dalle salse in mono-porzione (così come per la panna, lo zucchero e via dicendo) ai flaconcini comunemente offerti dagli alberghi.
In altre parole, allargando lo sguardo, è facile indovinare una comunione di intenti nel tamponare l’utilizzo in massa delle confezioni di plastica, andando a colpire in primo luogo i formati più piccoli – proprio come le fette di formaggio confezionate singolarmente, per l’appunto.
“Dobbiamo fare qualcosa per contrastare la crisi della plastica”, ha affermato a tal proposito Judith Enck, presidente del gruppo Beyond Plastics ed ex amministratrice regionale dell’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti ai tempi della presidenza Obama. “Un tempo non era necessario confezionare ogni singola fetta di formaggio con della plastica. I produttori potrebbero tornare a usare la carta, o altre opzioni più sostenibili”.
La proposta della messa al bando del formaggio confezionato, naturalmente, ha anche attirato qualche frizione – in particolare dagli stessi produttori di beni alimentari, dai supermercati e anche dall’industria dei giocattoli. “Non c’è dubbio che un cambiamento così drastico nelle abitudini di acquisto ridurrà il flusso di rifiuti di imballaggio nelle nostre discariche” ha spiegato Nelson Eusebio, un rappresentante dell’Associazione Nazionale Supermercati, “ma lo farà con il rischio di ignorare tutto ciò che abbiamo guadagnato in termini di conservazione degli alimenti e benefici per la salute”.