Ci sono notizie che sono destinate a bucare la bolla di competenza del giornalismo enogastronomico (leggasi: gastrofighettismo) e ad approdare in maniera più o meno netta nella più ampia cultura pop, o diversamente nella stampa generalista. Pensate, ad esempio, alla Guida Michelin, alla chiusura del Noma… E al lancio della Nutella vegana.
Il lancio ufficiale sul mercato italiano, belga e francese è datato oggi, martedì 3 settembre 2024; ma un piccolo negozio incastonato in una traversa di piazza Dante, a Napoli, ha già messo in vendita i barattoli dal tappo verde, altrimenti introvabili. E pensate un po’: sono pure pesantemente scontati.
Contraffazione? No, non proprio
I nostri lettori più cinici avranno immediatamente pensato a un falso: barattoli altrimenti normali puntualmente vestiti con l’abito in verde e ritoccati con le modifiche del caso in etichetta. Risposta errata: si tratta di Nutella vegana autentica, in tutto e per tutto. Come la mettiamo, però, con la faccenda del prezzo?
Il prezzo consigliato da casa Ferrero è di 4,49 euro per il formato da 350 grammi, mentre nel negozietto nostro protagonista erano in vendita ad appena 2 euro e 60. Un vero affare: tant’è che qualcuno, conscio dell’antico adagio del “troppo bello per essere vero”, ha pensato di alzare la cornetta e segnalare il tutto ai carabinieri del Nas. Pezzo dopo pezzo, il puzzle ha così cominciato a prendere forma.
Niente contraffazione, dicevamo. I barattoli “in anteprima”, per così dire, appartengono in realtà a un carico destinato ai nostri cugini d’Oltralpe e rubato lo scorso giugno in Campania. I nostri Arsenio Lupin avrebbero dunque tenuto la refurtiva nascosta e al sicuro, attendendo con pazienza che casa Ferrero aprisse i rubinetti per il mercato italiano. Il dado è tratto: la notizia buca la bolla del gastrofighettismo, e i bancali trafugati possono essere venduti in tutta tranquillità. O quasi.
Non resta che porci una domanda: che sarà dei quasi trecento barattoli incriminati? Beh, nulla di buono: stando a quanto lasciato trapelare dalle forze dell’ordine, infatti, saranno tutti distrutti in quanto non è possibile constatare che siano state rispettate le norme sulla conservazione.