La Banca del Vino di Modena è esattamente quello che suggerisce il nome – un vero e proprio caveau in cui possono essere conservate, in totale sicurezza, le etichette più pregiate. A onore del vero dobbiamo sottolineare che un progetto del genere esiste già – a Pollenzo, in Piemonte -, ma quello modenese è di fatto la prima iniziativa in ambito bancario.
Realizzata da Sanfelice 1893 Banca Popolare, la Banca del Vino è stata ricavata in un locale al di sotto della sede dell’istituto che un tempo ospitava una parte dell’archivio, nella porta accanto a un altro caveau del gusto – quello dedicato al Salame di San Felice, prodotto esclusivamente nel territorio compreso tra i nove Comuni della Bassa modenese secondo il disciplinare stabilito dalla Camera di Commercio.
Come funzione la Banca del Vino di Modena?
Come abbiamo accennato in apertura di articolo possiamo immaginare la Banca del Vino come uno spazio – dovutamente tenuto a temperatura e umidità controllate – in cui i collezionisti potranno depositare in sicurezza le bottiglie più rare e pregiate, esattamente come accade nei caveau più tradizionali con altri oggetti preziosi. D’altro canto il vino di lusso, anche e soprattutto in questo periodo di incertezza economica, rappresenta un bene rifugio sempre più gettonato e interessante: la Banca del Vino, in questo senso, offre una soluzione comoda e prestigiosa agli appassionati.
L’allestimento formale della Banca del Vino si è tenuto con la partecipazione dei produttori locali di Lambrusco, che hanno deciso insieme dove disporre le proprie etichette andando a creare un genuino momento di incontro e condivisione tra le eccellenze locali.
L’iniziativa, naturalmente, è stata accompagnata da una dose di sano entusiasmo. “In Italia siamo il primo istituto di credito ad avviare questo tipo di servizio” ha sottolineato, ad esempio, il direttore generale Vittorio Belloi. “In Piemonte esiste una banca del vino ma non è un’iniziativa di ambito bancario. In Svizzera invece già sono attive alcune realtà di questo genere. Anche il vino, e per noi il lambrusco come prodotto nobile del territorio, contempla un valore finanziario come investimento”.
Le bottiglie riposeranno, con la compagnia l’una dell’altra, dietro a un cancello forte di venti cellette con doppia chiave: i collezionisti, al momento del deposito, andranno a stipulare appositi contratti di custodia così da definire il valore assicurato.
“In occasione dei 130 anni della Banca” a commentato il presidente Flavio Zannini “quest’anno abbiamo organizzato diversi eventi e in questo scenario la Banca del Vino è un progetto che abbiamo costruito, che contiamo di incentivare e che resterà anche in futuro. La banca prosegue nel suo percorso di miglioramento e non potevamo coronare anche con la Banca del Vino, fra le altre cose, questo importante anniversario”.