Le prime battute dell’anno nuovo sono inevitabilmente terreno di diete. Vuoi per quello sprint di energia innescato dalla sensazione di un nuovo inizio, vuoi perché la palestra vicino a casa ha lanciato una promozione con tanto di piano nutrizionale e rinunciarvi era un gran peccato, vuoi perché i sensi di colpa – strumento subdolo ma, ahinoi, sempre fertilissimo – si fanno forti. Una settimana di fervore, tra riso e verdure bollite, una settimana un poco più sottotono, un’altra in cui pare di stare spostando un macigno su per un ripidissimo pendio e infine les jeux sont faits – la dieta è naufragata e si torna alle abitudini di sempre. Ma cos’è andato storto?
La domanda è apparentemente banale, ma naturalmente racchiude e innesca una enorme quantità di potenziali risposte. Tra tutte ce n’è (almeno) una, però, che spesso e volentieri passa beatamente inosservata: le diete naufragano a causa di parenti e amici.
È tutta una questione di licenze
Parenti e amici che si schierano – bonariamente, beninteso – sotto il vessillo del “ma sì ma su ma sì ma dai”, forte della sempreverde idea secondo cui rinunciare al dolce è un gran peccato, che alla fine della fiera la vita è una sola e i piaceri della tavola sono tanti e tutti legittimi e privarsene è un gran peccato, che tanto c’è sempre tempo domani per cominciare seriamente con la dieta, ora sei con noi e puoi goderti la quarta birra della serata in pace.
Una “trappola” (le virgolette sono dovute, che d’altro canto vogliamo pensare che parenti e amici abbiano nella maggior parte dei casi le migliori intenzioni) che, con ogni probabilità, avrete già avuto modo di conoscere. “Spesso questi sembrano fare di tutto per far fallire la dieta del malcapitato” ha spiegato la psicologa Jane Ogden, dell’Università del Surrey, in riferimento per l’appunto a parenti e amici “offrendogli troppo cibo o del tipo proibito, invitandolo a fare strappi, o anche solo non incoraggiandolo”.
I risultati dello studio sono stati raccolti tra le pagine della rivista scientifica Current Obesity Reports, e suggeriscono che le motivazioni che innescano tali atteggiamenti da parte di parenti e amici non siano tutti così ingenuamente virtuosi.
“Analizzando decine di ricerche su questo soggetto, emerge che ci sono anche spinte molto meno altruistiche” prosegue a tal proposito la dottoressa Ogden. “Spesso amici e parenti si rendono conto che riguadagnando il peso forma, la persona a dieta recupererebbe autostima, capacità di attrazione, sicurezza di sé e indipendenza. Questo potrebbe modificare i rapporti di potere o sentimentali fra loro e quella persona, per cui, più o meno consapevolmente, tentano di farla rimanere nello stato attuale”.