Più di duemila, a dire il vero. Il motivo? La legge dell’eccesso, che spesso e volentieri muove gli ingranaggi della cattedrale nel deserto per antonomasia: Dubai si guadagna il record mondiale per la più lunga linea continua di pizze margherite con 2059 tonde, sistemate in una lunghezza complessiva di 656,76 metri. E c’è anche un po’ di Italia.
Il primato, avvenuto durante il XV Italian Cuisine World Summit, è già stato misurato e poi certificato dai giudici del Guinness World Record. L’idea, spiegano gli stessi organizzatori del summit, era quello di “celebrare l’italianità della pizza e Dubai, sua capitale internazionale”. Poi si sono fatti prendere un po’ la mano, ecco.
Le pizzerie del record, tra volti noti del Bel Paese
Sono tredici in tutto le pizzerie che hanno contribuito alla fila di lievitati da record, di cui dieci squadre provenienti da ristoranti di Dubai o degli Emirati Arabi Uniti e tre dall’estero. Si segnala, tra i volti noti del nostro caro e vecchio Stivale, la pizzeria Locura di San Giuseppe Vesuviano e la succursale locale dell’Antica Pizzeria da Michele, che è stata così contata come parte della “squadra” di Dubai.
Al di là di farina, acqua, lievito e pomodoro i record sono però anche e soprattutto costituiti da numeri: tutte le tonde sono state preparate in 4 ore e 15 minuti nei cinque forni forniti da Esposito Forni. “In realtà le pizze realizzate” spiegano ancora gli organizzatori “sono state circa 2500, comprese quelle escluse perché non rispondenti ai requisiti della Guinness”. Una domanda sorge però spontanea: bello il record, ma alla fine dove sono finite le duemila e più pizze?
Di nuovo sono le dichiarazioni degli organizzatori a fare luce. “Tutte le pizze sono state ritirate dalle organizzazioni di beneficenza Hifz Al Niaama e Dubai Charity Association e distribuite dalle loro food bank” si legge ancora in una nota. “L’evento si è svolto nel più rigoroso rispetto dello zero-waste”.
“Zero waste”, già: sempre gli organizzatori hanno voluto sottolineare come Dubai sia “leader della sostenibilità“. Occhio a non farsi abbagliare dallo splendore, però: il gioiello degli Emirati rimane un paese delle meraviglie che sorge tra sabbia e polvere, che per alimentarsi rischia – tra le altre cose – di rovinare per sempre le acque del Golfo Persico.