A che serve l’intelligenza artificiale nella cucina di Cracco?

L'IA arriva anche in casa Cracco, per lui e per chiunque vorrà usufruire del nuovo progetto AI Food.

A che serve l’intelligenza artificiale nella cucina di Cracco?

Nulla scappa all’avanzata inarrestabile dell’intelligenza artificiale, tantomeno la cucina, su tutti i livelli. Ne abbiamo parlato diverse volte, interrogandoci anche sul confine tra creatività umana e precisione tecnica (si fa per dire) della macchina. Ora in campo scende anche Carlo Cracco, che ha presentato il nuovo progetto AI Food, un modello sviluppato insieme alla Maestro Martino Food Academy (in cui lo stesso chef è coinvolto) e all’Università di Torino. Il compito del “ChatGPT” gastronomico? Complementare, non sostituire, le figure umane in cucina, suggerendo ricette alternative in base a fattori quali la stagionalità degli ingredienti e le preferenze alimentari.

L’IA nella cucina di Cracco (e non solo)

Intelligenza artificiale in cucina

Il progetto di intelligenza artificiale a tema gastronomico co-firmato da chef Cracco è stato presentato all’edizione 2025 di Identità Golose. Ad accompagnare Cracco sul palco c’erano il sous chef Luca Sacchi e Paola Pisano. Quest’ultima incarna la veste accademica del progetto, nelle vesti di direttrice dell’innovativo laboratorio di intelligenza artificiale e dati HighESt dell’Università di Torino, che ha collaborato alla messa a punto del modello. Un modello multi-agente, capace di analizzare le richieste dell’utente e rispondere scegliendo l’agente più adatto al contesto. Ogni agente, in buona sostanza, è specializzato in un ambito, come in ricette popolari o storia e tecniche gastronomiche. Ce ne sarebbe persino uno capace di replicare le ricette di Cracco stesso.

E se per colpa dell’intelligenza artificiale consumassimo più acqua? E se per colpa dell’intelligenza artificiale consumassimo più acqua?

Per spiegarla con le parole dello chef: “L’intelligenza artificiale non è una minaccia per la ristorazione, ma una risorsa straordinaria per migliorare efficienza, ridurre sprechi e amplificare la creatività in cucina. La vera sfida è integrare questa innovazione senza snaturare l’identità della gastronomia, trovando il giusto equilibrio tra tecnologia e tradizione”. L’obiettivo finale di questo bot con la toque non è quindi sostituirsi alle figure umane, ma aiutarle a essere più creative e a trovare soluzioni ideali in ottica di sostenibilità e riduzione degli sprechi. Il modello può anche generare immagini per dare un’idea più chiara del piatto e della ricetta che propone. “Certo, sugli impiattamenti che propone avrei qualcosa da dire”, scherza Cracco, sottolineando come la creatività umana mantenga ancora ben saldo il suo ruolo.